L’Aquila. Una filiera specifica e organizzata per valorizzare le carni di selvaggina provenienti dal territorio, garantendone provenienza, qualità e sicurezza. Questo l’obiettivo del bando legato ai finanziamenti europei del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) promosso dalla Regione Abruzzo, in particolare dall’assessorato all’Agricoltura, per la realizzazione e l’adeguamento di strutture per la conservazione e il trattamento delle carni di animali selvatici, cacciati nell’esercizio dell’attività venatoria o durante il controllo faunistico. La dotazione finanziaria prevista per il presente bando è pari a 450 mila euro.
“I centri di sosta e raccolta – spiega il vice presidente della Regione con delega alla caccia – permetteranno di tracciare ogni passo del processo di filiera, dal momento in cui un animale selvatico viene abbattuto fino a quando la carne raggiunge il consumatore finale. Per questo motivo – continua – rappresentano una forma di tutela sia da un punto di vista sanitario che di tracciabilità, e offriranno nel contempo l’opportunità di valorizzare le carni di selvaggina, considerate prelibate ma talvolta trascurate o destinate all’autoconsumo”.
Tra le tipologie di intervento ammesse nell’avviso, vi sono la realizzazione o l’adeguamento di opere murarie e impiantistiche necessarie all’adeguamento delle strutture come celle frigorifere, ambienti per la rilevazione di parametri biometrici e servizi igienici; l’acquisto e l’installazione di prefabbricati da destinare ai centri di raccolta e sosta. Inoltre, sono finanziabili nuovi macchinari, conformi alle normative igienico-sanitarie, per la conservazione e la preparazione delle carni di selvaggina, nonché strumenti per la pulizia e l’igiene dei locali dei centri. Infine, saranno ammesse le spese tecniche di progettazione, ma solo se contenute nel 6% dell’importo totale dell’intervento e le spese generali nel limite massimo 20% dell’investimento, come ad esempio l’affitto e le utenze del centro.
“I centri di sosta e raccolta – continua il vice presidente – consentiranno di supportare, inoltre, le politiche di contenimento della fauna selvatica e dei connessi danni all’agricoltura, incentivando la pratica della caccia di selezione e del controllo. La creazione di una filiera specifica e organizzata – conclude Imprudente – offrirà vantaggi sia dal punto di vista economico che ambientale, promuovendo la sostenibilità e il benessere delle comunità locali: le carni di selvaggina possono diventare una risorsa economica significativa per i territori, generando entrate per ristoranti, macellerie locali e centri di raccolta”.