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Volevano pregare sulla salma di Messina Denaro, tre monache di Tagliacozzo cacciate dall’obitorio

Alessandra Ciciotti di Alessandra Ciciotti
27 Settembre 2023
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Monache, foto Corriere della Sera

Monache, foto Corriere della Sera

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L’Aquila. Raggiungono l’obitorio dell’ospedale dell’Aquila per pregare davanti alla salma di Matteo Messina Denaro, ma la polizia non le fa entrare.

 

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Tre monache benedettine di clausura del monastero dei Santi Cosma e Damiano di Tagliacozzo, si sono recate all’ospedale San Salvatore per pregare per Matteo Messina Denaro.

 

A raccontare la storia è il Corriere.it, a cui le monache hanno confermato di voler “pregare per lui, malgrado tutto”, perché “è pur sempre un figlio di Dio”.

Madre Donatella, suor Emanuela e suor Teresa Benedetta, la più giovane delle tre, sono arrivate all’obitorio intorno alle 11.

 

Cosma e Damiano sono i santi patroni dei medici e dei farmacisti e loro tre hanno scelto proprio il giorno in cui la Chiesa li celebra, il 26 settembre, per una visita oculistica. Madre Donatella, infatti, la superiora del convento, nativa, ha un problema agli occhi. Così hanno chiesto per tempo un permesso al vescovo per uscire e recarsi alla visita. Dopo un’oretta escono. La visita è andata bene, anche se Madre Donatella con un fazzoletto si asciuga l’occhio sofferente.

Però confessano di aver fatto una deviazione, prima di dirigersi verso l’uscita: “Siamo passate all’obitorio”, racconta Madre Donatella. Sapevamo che c’era la salma di Matteo Messina Denaro e volevamo pregare per lui, malgrado tutto. La polizia però non ci ha fatto entrare”.

Sono deluse, non sapevano che era in programma l’autopsia sul corpo dell’ultimo stragista di Cosa nostra e che l’ospedale è rimasto blindato per quasi due mesi, cioè da quando il boss, già malato di cancro al colon, ad agosto è stato operato qui per un’occlusione intestinale e l’hanno ricoverato nel reparto detenuti dov’è stato fino all’altra notte quando all’1,57 è morto.

 

“Sì è vero, volevamo pregare davanti alla salma”, conferma suor Emanuela, la più minuta delle tre, nata ad Ascoli”. Sappiamo benissimo chi è stato e i reati che ha commesso ma è pur sempre un figlio di Dio”.

 

 

“Gli è stato negato il funerale religioso, va bene — conclude Suor Teresa Benedetta, di Roma, con il velo bianco rispetto alle altre due”. Ma ricordatevi che ogni anima ha diritto ad essere salvata”.

Tags: l'aquilamessina denaromonachenewstagliacozzo
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