Pescara. “Siamo consapevoli che in questa tornata, l’aumento dei tassi ha portato a una
perdita di almeno 14-15 miliardi nella disponibilità del governo, che dovevano essere usati nella
manovra. Ci aspettiamo, però, interventi che pongano un qualche tipo di argine rispetto all’aumento
del costo della vita e alla capacità di spesa dei lavoratori. Crediamo che il taglio del cuneo fiscale,
che termina a dicembre, possa essere reso strutturale”. Così il segretario generale UGL, Francesco
Paolo Capone, parlando a margine della tavola rotonda su “I sindacati per l’Italia, i lavoratori e le
imprese”, all’interno del programma dell’Abruzzo Summit Economy. Il sindacalista ha aggiunto di
“non comprendere le politiche della Bce, che continua ad alzare i tassi sul denaro, che si
ripercuotono sulle tasche delle imprese e dei lavoratori che hanno mutui in corso”.
Proprio sulla manovra, Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato un’ampia mobilitazione che non esclude lo
sciopero generale. “È uno strumento di lotta, che si usa normalmente quando c’è l’impossibilità di
comunicare in modo diverso con il governo – ha chiosato Capone -. Mi sembra che il governo abbia
invece attivato dei canali di comunicazione. Landini è da un anno, da quando si è insediato il
governo, che minaccia scioperi generali, un giorno sì e l’altro pure: la sua è una posizione molto
ideologica”. Sulla manovra, anche UGL ha proposte da fare: “Leggeremo dove verranno indirizzate
le risorse e capiremo se è a favore dei lavoratori, dei pensionati e delle categorie più disagiate o di
altri interessi”.
Dal palcoscenico dell’Abruzzo Economy Summit, insieme a Ivana Veronese (segretaria confederale
Uil) e Giorgio Graziani (segretario confederale Cisl), Capone ha parlato anche di morti sul lavoro:
“Sindacati e imprese possono fare molto, ma può fare molto anche la politica, visto che continuiamo
a piangere oltre 1.300 vittime ogni anno e non c’è verso di abbassare questo numero. Eppure,
abbiamo un piano normativo e delle leggi piuttosto chiare. Evidentemente non è sufficiente: tutto
il sistema normativo si basa su una conoscenza documentale; forse bisognerebbe passare
all’addestramento, ma la nostra proposta principale, che abbiamo fatto anche a questo governo,
è quella di introdurre il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro e della safety almeno nelle scuole
superiori: da ogni classe usciranno un certo numero di imprenditori e un altro di lavoratori e se
entrambi avranno una stessa consapevolezza, maturata nel periodo della gioventù e della crescita,
probabilmente cominceremo a fare quella rivoluzione culturale che serve per cominciare a invertire
il trend negativo di morti e infortuni sul lavoro, dietro i quali nessuno può dire che c’è una fatalità”.
“Siamo mobilitati per la proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione, che ha una
logica di visione di futuro”, ha detto Giorgio Graziani, segretario confederale Cisl.
Quanto alla manovra, “si aspetta di vedere i passi del governo, al quale abbiamo presentato le nostre idee”. Al
centro ci sono “riduzione strutturale del cuneo fiscale, tredicesima detassata, un segnale forte sulle
pensioni, un’adeguata politica dei redditi”. Temi sui quali la Cisl si aspetta risposte “e poi valuterà”.
“Ci aspetta un autunno difficile, anche considerando i temi della salute e della sicurezza nei luoghi
di lavoro: siamo di fronte a emergenze continue – ha sottolineato Graziani -, alle quali dobbiamo
rispondere insieme attraverso un grande patto che sia in grado di guardare in positivo al futuro”.
Per il sindacalista, “ci sono poche risorse e grandi bisogni” per cui è necessario incrociare “quelle
che son le priorità del Paese con le risorse del Pnrr”. Graziani ha confermato anche che domani (22
settembre, ndr.) i sindacati sono stati convocati a Palazzo Chigi per un incontro, presieduto dal
ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso (domani anche lui all’Aurum), al quale
parteciperà anche il Garante per la sorveglianza dei prezzi. “Sui tavoli ci siamo – ha concluso il
segretario confederale della Cisl -: dal governo non ci aspettiamo risposte esaustive, ma segnali
chiari”.
“Finora, sulla manovra non ci sono stati confronti veri con questo governo e discussioni, magari
anche animate, per arrivare a soluzioni – ha sottolineato Ivana Veronese, segretaria confederale
Uil -. Aspettiamo di leggere i contenuti e quelle che saranno le risposte a richieste che peraltro
abbiamo fatto unitariamente”. La sindacalista ha ricordato che “ci sono tanti contratti da rinnovare,
sia nel privato che nel pubblico” e che per questi ultimi “il governo deve mettere risorse”; le altre
richieste riguardano, tra le altre, “la detassazione degli aumenti retributivi frutto dei rinnovi
contrattuali, per favorire la chiusura delle trattative, la diminuzione strutturale del cuneo fiscale,
che non può essere di un tot e solo per alcuni mesi, la rivalutazione piena delle pensioni, che non si
può considerare un aumento ma piuttosto lo strumento principale per non taglieggiare i pensionati
e conservare nel tempo il loro potere d’acquisto”.