Casalbordino. “Ci sono delle notizie ancora sommarie e frammentarie ma confermo l’esplosione alla Sabino Esplodenti”. Così il sindaco di Casalbordino Filippo Marinucci all’Ansa. Il primo cittadino fuori Casalbordino è in costante contatto con il vice sindaco Carla Zinni che è a sua volta in collegamento con la Prefettura di Chieti. Sul luogo dell’esplosione ci sono 118, vigili del fuoco, carabinieri, polizia di stato e polizia locale.
Intanto sta tornando da Roma in Abruzzo, Gianluca Salvatore, il titolare della Sabino Esplodenti, dove poco prima di pranzo si è verificato l’ennesimo tragico incidente con una esplosione che ha ucciso altri 3 operai. Secondo lo storico legale di Salvatore Augusto La Morgia, il titolare è sgomento e non riesce a spiegarsi l’accaduto, anche alla luce delle precauzioni severissime prese in fabbrica dopo la tragedia del 2020. A seguito del dramma del 2020 Salvatore ha successivamente già risarcito i familiari delle 3 vittime. Al momento intanto la zona dell’incidente è circondata dalle forze dell’ordine che stanno aspettando l’arrivo degli artificieri.
“L’incidente mortale di oggi, costato la vita a tre operai, è avvenuto nello stabilimento della Sabino Esplodenti, azienda dove già nel 2020 ci furono tre vittime. Siamo vicini alle famiglie dei tre lavoratori e chiediamo che si faccia rapidamente luce sulla dinamica di questa terribile sciagura, che colpisce tutti noi”.
Lo dichiara Giovanni Notaro, segretario generale della Cisl AbruzzoMolise, commentando l’incidente avvenuto a Casalbordino. “Dall’inizio dell’anno stiamo registrando in Abruzzo una pericolosa impennata degli incidenti, con troppi casi mortali. È ora di dire basta alle tragedie sul lavoro e dobbiamo fare un ulteriore sforzo sul fronte della sicurezza, per garantire e tutelare i lavoratori. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha denunciato che non stiamo facendo abbastanza per evitare morti sul lavoro: servono più controlli, ispettori, informazione e formazione, investimenti nella prevenzione.
E’ un’emergenza sociale del Paese e dell’Abruzzo a cui, responsabilmente, dobbiamo dare risposte alle famiglie
perché ‘lavorare non è morire’ e le vittime di oggi ci dimostrano che il problema della salute e sicurezza nei
luoghi di lavoro non è solo una questione legislativa, ma culturale ed economica” conclude Notaro.
Per domani è prevista, dinanzi al gup del Tribunale di Vasto, l’udienza preliminare per l’esplosione che il 21 dicembre del 2020, nella stessa fabbrica, costò la vita ad altri tre operai. Dieci gli imputati, compresa la società: l’accusa principale, per tutti, è cooperazione colposa in omicidio colposo, per colpa generica cagionata dalla negligenza, imprudenza e imperizia, e per colpa specifica, consistita nella violazione di diverse norme antinfortunistiche.
In particolare, gli imputati sono il legale rappresentante e presidente del Cda della Esplodenti Sabino spa, quattro consiglieri di amministrazione, il direttore dello stabilimento, il responsabile del servizio protezione e prevenzione, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, il capo reparto, la società in persona del legale rappresentante, società che è sottoposta a procedimento penale per responsabilità amministrativa per omicidio colposo plurimo.
Nel 2020 il fatto avvenne nel primo pomeriggio, durante lo smaltimento di diversi materiali, in particolare miscela incendiaria, povere pirica, polvere nera, razzi di segnalazione, legna impregnata di Tnt, dotazioni nautiche, simulatori di colpo tipo kanonslag, nel locale – forno statico, dove erano stati destinati i tre lavoratori, che morirono sul colpo a causa causa dell’esplosione. Sottoposta a sequestro, la fabbrica rimase ferma per sette mesi, anche per la ferma posizione della procura guidata da Giampiero Di Flioro sulle condizioni di sicurezza sul lavoro. A luglio 2021, ottenuto il dissequestro con il via libera del giudice, le attività erano riprese. Oggi la nuova tragedia.
“Io non ho parole, sono sconvolto perché ho già vissuto questa bruttissima esperienza, che comunque ti segna, tre anni fa. Oggi devo prendere atto che a distanza di tre anni, con un’azienda che ha ricominciato a lavorare da un anno, ci troviamo di fronte ancora a lavoratori che hanno perso la vita: non è accettabile, non è più accettabile, perché si va al lavoro per riportare la pagnotta e non per tornare dentro la bara”. Lo dice all’ANSA Emilio Di Cola, segretario provinciale della Filctem Cgil Chieti, che segue le vicende dell’azienda, commentando la tragica esplosione di oggi alla Sabino Esplodenti di Casalbordin. “È inaccettabile che ancora nel 2023, soprattutto in un’azienda dove già tre anni fa c’è stato un incidente, si continui a parlare di morti” conclude Di Cola.