L’Aquila. Il suo smartwatch a fine giornata segna qualcosa come 69mila passi, più quelli che si contano dopo una maratona. Una distanza che Luca Ciuffetelli, titolare del Bar del Corso, ha coperto esclusivamente per servire i suoi clienti, molti dei quali arrivati all’Aquila da fuori in occasione di Panorama mostra diffusa e itinerante che fino a ieri ha interessato il centro storico con opere e allestimenti a cura di 64 artisti a servizio di 56 gallerie.
“Se dovessimo decidere da dove iniziare a parlare di turismo lo farei da qui – spiega -. Da che ho memoria non ho mai visto tanta qualità, garbo, interesse, curiosità, stupore, eleganza e bellezza in città.
Sono arrivate, da tutta Italia e oltre, migliaia di persone meravigliose che, per quattro giorni, si sono ‘nutrite e saziate’ delle nostre meraviglie”. La bella domenica di fine estate ha incoraggiato tante persone a uscire, le 19 aree individuate dai curatori di Panorama hanno registrato un’affluenza importante, specie nel pomeriggio. Particolarmente significativi gli accostamenti per immagini tra distruzione e rinascita, in un percorso di rigenerazione che sfrutta anche gli elementi dei cantieri utilizzati per gli allestimenti.
Così a palazzo Rivera, ma anche a Largo Tunisia, con Alberto Di Fabio e il suo ‘Enigma della Materia’, in un percorso che ha incluso la sede della Fondazione Giorgio De Marchis e quella del MAXXI. Completa questo lungo elenco ‘Rivoluzione!’ di Jacopo Benassi, fotografo e performer, opera allestita all’interno dello Stile Novecento del
giovane restauratore Diego Marchetti. Un po’ un omaggio a chi ha scelto di restare, nonostante le difficoltà del
post-sisma. Gli allestimenti di Panorama hanno unito antico e contemporaneo non solo nell’arte ma anche nella
musica. “Talvolta la bellezza degli arredi e degli affreschi esistenti nelle varie location ha un po’ eclissato le
installazioni temporanee – ha commentato Enrico Sconci, fondatore del Muspac – ha un po’ eclissato le
installazioni temporanee. Ma Panorama rappresenta senza dubbio un’occasione per la città. Dovremmo fare
tesoro di questa esperienza per diffondere la cultura dell’arte contemporanea. Il pubblico di questa città ne ha
bisogno”.