Roma. Nei giorni scorsi, il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, ha rivolto un appello al sottosegretario con delega ai Servizi segreti, Alfredo Mantovano perché consenta alla famiglia della cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983, di visionare un dossier dell’allora Sismi (oggi Aise) che potrebbe contenere significativi elementi sulla vicenda.
Si tratta, a quanto riportato dal Corriere della Sera, di documentazione riunita sotto il titolo “Caso Orlandi”, abbinata ad altro materiale contrassegnato dalla dicitura “Orlandi-Gregori” (Mirella Gregori, com’è noto, è a sua volta scomparsa a Roma il 7 maggio 1983), sottoposta a sequestro da parte dei Carabinieri nel 1993, secondo quanto richiesto dal giudice istruttore dell’epoca, Rosario Priore, che aveva individuato un’iniziativa “autonoma da parte dell’allora Sismi” relativamente alla scomparsa della ragazza. Fu un sequestro “in loco”, i vertici dei servizi chiesero e ottennero che il materiale, pur lasciato nella disponibilità del magistrato, rimanesse negli uffici del Servizio. Era infatti necessario limitarne al massimo la divulgazione, dal momento che quel materiale conteneva dati riservati e documenti correlati ad altre agenzie di intelligence.
“Tale documentazione”, scrive l’avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, al sottosegretario Mantovano, “non è mai confluita nei fascicoli relativi alle inchieste svolte dalla Procura di Roma di cui gli Orlandi hanno estratto copia integrale e pertanto la famiglia non ne ha mai potuto prendere visione.” “Le chiedo, pertanto, per quanto esposto”, prosegue Sgrò, “di consentirmi l’accesso a detti atti anche se coperti dal segreto di Stato, per ragioni di evidente interesse della famiglia.”
L’appello segue a quanto dichiarato, nei giorni scorsi, da Giuliano Amato. L’ex premier era tornato a parlare della strage di Ustica e si era riferito, in generale, a “situazioni importanti rispetto alle quali abbiamo la percezione di una verità fasulla o incompiuta.” “Si pensi a Emanuela Orlandi. È impressionante: nonostante ora il pontefice abbia detto che dobbiamo arrivare (alla verità, ndr), non sappiamo praticamente nulla. La pacificazione con la storia finisce per arrivare il giorno in cui questi misteri si disciolgono in una verità accertata e accettata ed è vero che, nella nostra storia, ne abbiamo di ancora incomplete.”
Parole accolte con favore da Pietro Orlandi. “Giuliano Amato ha fatto ieri una dichiarazione importante, perché è un ex premier e partendo da Ustica e dalla strage di Bologna ha citato espressamente il caso di Emanuela Orlandi parlando di vicende in cui le verità sono ‘ancora incomplete”, ha commentato il fratello di Emanuela il giorno successivo. “A questo punto credo non ci siano più dubbi sulla necessità di istituire la Commissione parlamentare sul caso Orlandi e penso che le parole di Amato rappresentino una spinta decisiva in questo senso.”