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Esami truccati all’università D’Annunzio: prof, c’era qualcosa poco chiaro

Redazione Abruzzo di Redazione Abruzzo
10 Marzo 2016
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Pescara. “A me non piacque la presenza in aula del professor Panzone durante quell’esame, lo dissi al presidente della commissione Visini, con il quale avevo un buon rapporto e al quale diedi una mano visto che aveva problemi di salute. Ebbi la percezione di qualcosa di non perfettamente legale e proprio in virtù di quel rapporto, ammonii Visini dicendogli che se era cosi non sarei andato più”. E’ uno dei passaggi della deposizione di Marco Di Marzio, professore di statistica presso la facoltà di Scienze manageriali, chiamato a deporre oggi pomeriggio, davanti al tribunale collegiale di Pescara, nell’ambito del processo con giudizio immediato a carico di Luigi Panzone, il docente di tecnica bancaria e professionale accusato di corruzione e falso ideologico, in seguito all’inchiesta sugli esami truccati all’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara, per fatti risalenti al 2012. Di Marzio era componente della commissione d’esame per la prova di Matematica pescara università D'Annuzio (4)svoltasi il 16 giugno del 2012, che a giudizio dell’accusa sarebbe stata superata da Angelo Riccardi, primo cittadino di Manfredonia (Foggia), nonostante il sindaco non si trovasse in aula. L’ipotesi accusatoria è che sarebbe stato l’interessamento di Panzone, dietro la promessa del versamento a suo favore di 50 mila euro, a consentire a Riccardi di superare l’esame di Matematica ed altre prove. “Non ho esaminato alcuno studente quel giorno, ma mi sono limitato a svolgere compiti di vigilanza – ha riferito Di Marzio -. Ricordo che durante l’esame entrò il professor Panzone, che si intrattenne a colloquio con Visini vicino al banco dove stava verbalizzando gli esami”. Oltre a Di Marzio, il pm Mirvana Di Serio ha chiamato a testimoniare due studentesse, che hanno riferito su altre prove finite sotto la lente dei giudici e Carla Fusco, componente della commissione d’esame di Inglese 2: secondo l’accusa Riccardi avrebbe superato quest’ultimo esame, che si articolava in una prova scritta e in una orale, nonostante nello scritto avesse dato soltanto 4 risposte esatte su 70. “Mi sembra assurdo – ha detto Fusco – le risposte della prova scritta venivano corrette automaticamente dal computer e chi non superava la soglia non era ammesso a sostenere l’orale”. Il pm Di Serio, dopo avere ottenuto il consenso, dall’avvocato della difesa Federico Squartecchia, ad acquisire le sommarie informazioni rese da Giuseppe Paolone, ha rinunciato alla citazione dell’ultimo testimone, oggi assente, iscritto nella lista dell’accusa. Il presidente del collegio Maria Michela Di Fine ha rinviato l’udienza al prossimo 7 luglio: in quella occasione verranno ascoltati 4 testimoni della difesa e si terrà l’esame dell’imputato Panzone. A giudizio dell’accusa Panzone, che era protestato ed aveva un’impellente necessità di danaro, oltre a segnalare ad alcuni suoi colleghi il sindaco Riccardi, dietro la promessa del versamento di 50 mila euro, sarebbe intervenuto per consentire anche all’imprenditore foggiano Michele D’Alba, che gli avrebbe consegnato 13 mila euro, di superare gli esami. Le pressioni esercitate da Panzone sarebbero andate a buon fine, tanto che le prove sarebbero state superate senza neppure essere sostenute o in alcuni casi con uno sforzo minimo. Parallelamente prosegue il procedimento, con rito ordinario, a carico non solo di Riccardi e D’Alba, ma anche di Nicola De Marco, docente di Inglese alla facoltà di Scienze Manageriali dell’Università d’Annunzio di Pescara-Chieti, di Margherita Tinari, componente della commissione e sottoscrittrice del verbale relativo all’esame orale di lingua Inglese II del 26 giugno 2012 e Joelle Touitou, compagna di Panzone. Riccardi è accusato di corruzione, falso e peculato, De Marco e Tinari devono rispondere solo di falso, mentre D’Alba e Touitou di corruzione.

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