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Per la prima volta in Abruzzo un’azienda richiede l’autorizzazione di un impianto di co-incenerimento

Angela Guarnieri di Angela Guarnieri
5 Settembre 2023
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Domani, 6 settembre, è prevista la Conferenza di Servizi per la decisione sulla richiesta di autorizzazione di un impianto di co-incenerimento con recupero energetico di rifiuti speciali “non pericolosi”, nel Comune di Atri, da realizzarsi da parte della NDT Energy Srl di Bergamo. Filomena Ricci, delegata del WWF Abruzzo, esprime grande preoccupazione, che trova riscontro nell’Amministrazione comunale e nella intera popolazione atriana.

Nonostante le tantissime criticità rappresentate in più occasioni nella conferenza di servizi dalla stessa Amministrazione comunale, da altri Enti pubblici come il Comune di Pineto, da Comitati, privati cittadini e aziende del territorio, il Servizio Rifiuti della Regione Abruzzo pare intenzionato ad autorizzare la realizzazione dell’inceneritore. La conferenza di servizi è molto contestata poiché si è adottata la procedura semplificata che non sta consentendo un reale confronto tra le Autorità coinvolte come il Comune di Atri, il Comune di Pineto, i comitati cittadini e le associazioni.

Il Piano Regionale dei Rifiuti esclude poi la realizzazione di tali impianti a meno di 500 mt dai centri abitati, mentre l’opera che si vorrebbe realizzare dista a mt 400 dalla località “Stracca”, dove si concentrano oltre 35 abitazioni e più di 200 residenti e dove sono presenti anche strutture ricreative e sportive, l’associazione culturale “Stracca”, ristoranti e una struttura per ragazzi disabili. Regione, ASL, ARTA e Provincia, intervenute nel procedimento, non hanno correttamente valutato la nocività dell’inceneritore che ove autorizzato, risulterebbe l’unico – in Abruzzo e non solo – a bruciare resine plastiche melamminiche, formaldeide, quando invece per legge, in Italia tali sostanze possono essere bruciate solo nei grandi impianti per la produzione di energia elettrica o termica, ossia le centrali termoelettriche e i cementifici.

Va evidenziato che l’impianto, semmai malauguratamente autorizzato, potrebbe segnare l’inizio della realizzazione di una serie di inceneritori e di pericolose strutture al servizio di qualsiasi privato, con rischi facilmente intuibili, non solo ad Atri, ma su tutto il territorio regionale. Sul territorio di Atri insiste la Riserva regionale naturale dei Calanchi di Atri, istituita nel 1995 e rientrante nel Sistema delle Oasi WWF dal 1999, il cui territorio di circa 600 ettari coincide in parte con la più ampia Zona Speciale di Conservazione “Calanchi di Atri”: si tratta di una grande riserva naturale e un’importante attrattiva per i turisti, che seppure distante dall’impianto ipotizzato, potrebbe subire ripercussioni stante la mancanza di studi sull’effetto cumulo e di una valutazione di incidenza (Vin.C.A.).

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