Civitella Casanova. Si è consumata nelle prime ore del mattino di giovedì scorso la triste sorte dei rigogliosi tigli che caratterizzavano piazza Risorgimento, al centro del capoluogo civitellese, alle porte del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, quando l’impresa esecutrice dei lavori partendo dall’incrocio con via Roma, ad uno ad uno, ha abbattuto il viale alberato, fino a vico delle viole, dando compimento al progetto approvato dalla Giunta del Sindaco D’Andrea.
Da dicembre 2021 (data di pubblicazione sull’albo pretorio) il gruppo di minoranza “Uniti per il Territorio” è entrato a conoscenza del progetto di riqualificazione della piazza Risorgimento. “All’indomani della pubblicazione del progetto di fattibilità – commenta la capogruppo Lattocco Claudia – abbiamo deciso di capire in cosa consistesse. Ad una attenta lettura si è evinto che il maggior numero dei tigli sarebbe stato tagliato per essere parzialmente sostituito da altre specie. Siamo rimasti allibiti da questa scelta progettuale, così come molti altri cittadini anch’essi venuti a conoscenza del progetto”. Il gruppo ha alzato la voce, coadiuvata dall’Associazione “Italia Nostra” inviando una lettera a Palazzo di Città per avere chiarimenti in merito e per chiedere di salvaguardare il filare.
“La fredda e gelida risposta giunta dagli uffici municipali – prosegue il gruppo politico di minoranza – si è ridotta in una relazione che li dichiarava tutti malati e in procinto di cadere a terra. Una relazione che smentiva di fatto il mero apparato visivo che vedeva quei tigli costantemente gemmare in primavera, rigogliosi di fronde in estate creando ombra e fresco e creando scenografici tappeti di foglie in autunno e scenografici rami ospitanti neve in inverno.”
La minoranza ha chiesto più e più spiegazioni e confronti e proponendo di iniziare i lavori di riqualificazione, giusta della piazza, ma salvaguardando il filare alberato, uno degli ultimi luoghi simbolo rimasti nel piccolo centro vestino, dopo la perdita per calamità o per scelte politico-amministrative di spazi identitari e storici per Civitella Casanova.
“Come risposta – continua l’opposizione – ci è stato detto che i documenti avevano già detto tutto su come mandare avanti la realizzazione.” Il resto della storia è nota: molta legna a terra, come i ricordi che a quegli alberi erano legati, naturale scenografia di un corso snaturato, che negli anni ha fatto da sfondo a momenti di festa e convivialità, di amicizia e spensieratezza, momenti di allegria e tristi della vita del paese. “Monumenti verdi che erano radici di storia, cultura e natura – chiosa la Lattocco – che hanno visto la medesima sorte del patrimonio arboreo che caratterizzava via Casari, Largo Felsani e altro ancora… per dirla con Caramaglia “[gli alberi] Offrono solo ombra e colori. Perché l’uomo continua a tagliare gli alberi?