Pescara. Ieri mattina mi sono recato in visita ispettiva presso il Distretto sanitario di base Pescara Nord a seguito delle segnalazioni di alcuni utenti che lamentavano ritardi di oltre 4 mesi nel rilascio dei referti relativi agli screening di prevenzione oncologica, specificamente ad una mammografia.
Il carcinoma mammario costituisce la prima causa di decesso per tumore tra la popolazione femminile. Da qui l’importanza di sottoporsi allo screening a cadenza biennale, che è rivolto a tutte le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, e a cui si può accedere o mediante lettera di invito recapitata per posta o tramite adesione volontaria, contattando l’ufficio preposto via mail ([email protected]) o telefono (0854253939, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 14).
Da protocollo seguito in tutta Italia, al fine di una maggiore garanzia per i pazienti, gli esami vengono refertati da due radiologi indipendenti l’uno dall’altro. A dilatare l’attesa del riscontro sembra essere proprio il tempo che intercorre tra la prima e la seconda refertazione, mentre stando alle linee guida la risposta dovrebbe pervenire il più velocemente possibile, in genere a distanza di circa 40 giorni dall’esame. Anche perché, trattandosi di prevenzione, le tempistiche sono fondamentali, in quanto una diagnosi precoce vuol dire aumentare sensibilmente le possibilità di guarigione, al contrario una diagnosi tardiva può determinare l’inoperabilità del tumore. A ricordarlo è la stessa Asl nelle varie campagne di sensibilizzazione promosse, utilizzando lo slogan “10 minuti ogni 2 anni per vivere una vita più serena”, malgrado poi nella realtà dei fatti il rilascio dei referti si tramuti in una lunga odissea.
I ritardi, che nella Asl di Pescara – ribadiamo – superano i quattro mesi, non sono ovviamente imputabili al personale che, come ho potuto constatare di persona, si prodiga alacremente nella gestione dei pazienti, seguendoli lungo l’intero iter previsto – che va dalle lettere di sensibilizzazione alla mammografia, agli esami di approfondimento richiesti in caso di esito dubbio, fino alla sala operatoria per le diagnosi di tumore – e instaurando un rapporto di fiducia che sfocia spesso nel rilascio da parte dei medici del numero di telefono privato. Una dedizione encomiabile con cui a volte si riesce persino a sopperire alle evidenti difficoltà organizzative.
Oggi infatti abbiamo scoperto che i ritardi sono invece dovuti alla mancanza di radiologi esclusivamente dedicati all’attività di screening. Una carenza che si protrae da mesi, ma che in precedenza era in parte attenuata dalla disponibilità di un paio di radiologi – andati in quiescenza e mai sostituiti – che in determinate giornate si dedicavano allo screening oncologico in aggiunta alle altre mansioni. I radiologi infatti devono barcamenarsi tra Uoc di radiologia, Pronto soccorso e screening, turni massacranti che non a caso hanno indotto negli ultimi mesi due professionisti a fuggire dal pubblico ed impiegarsi nella sanità privata, aggravando ulteriormente la situazione e facendo sì che, a fronte dei 10 minuti richiesti alle pazienti, il referto non arrivi neanche a distanza di 4 mesi dall’esame a causa della carenza delle professionalità preposte alla refertazione. Una criticità che oltretutto vanifica la funzione stessa dello screening, ovvero la prevenzione del tumore più diffuso tra le donne.
Abbiamo ricevuto rassicurazioni per cui la situazione dovrebbe migliorare tra settembre e novembre, ma ci chiediamo come sia stato possibile tralasciare questo servizio di fondamentale importanza e perché non si sia intervenuti prontamente per garantire personale di radiologia dedicato.
La situazione va assolutamente chiarita. Presenterò una interpellanza in Consiglio regionale per chiedere se quanto accaduto a Pescara si stia verificando anche in altre AA.SS.LL regionali e capire come sia stato possibile impiegare tutto questo tempo per sopperire alla mancanza di personale. Continuerò inoltre a monitorare la situazione, con l’augurio che a distanza di un paio di mesi il servizio possa diventare finalmente efficiente, considerato il ruolo cruciale che l’attività di prevenzione riveste nell’ottica della riduzione del tasso di mortalità. Già a settembre mi recherò nuovamente al distretto per verificare la presa di servizio di un nuovo radiologo nella UOSD di screening.