L’Aquila. Campo Imperatore, cuore del Parco nazionale del Gran Sasso, uno dei luoghi simbolo delle montagne italiane, tra i più conosciuti al mondo, può essere trasformato in un luogo della movida selvaggia con motoraduni e campeggio?
Le associazioni LIPU, SOA, Forum H2O e Altura stamattina hanno inviato l’ennesimo esposto alle autorità e ai carabinieri segnalando due locandine che pubblicizzano altrettanti motoraduni previsti per i fine settimana del 22-23 luglio e 5-6 agosto, con tanto di campeggio notturno e musica.
Già nel 2017 suscitò un moto di indignazione generale la diffusione delle immagini di un motoraduno nello stesso sito.
Le associazioni ricordano che a Campo Imperatore non è consentito il campeggio libero in quanto area protetta di livello nazionale e comunitario e si può stare solo in 20 persone, al massimo, nell’area di Fonte Vetica.
Inoltre tutti gli eventi organizzati devono per legge essere assoggettati a Valutazione di Incidenza Ambientale, procedura pubblica. Sui siti istituzionali del parco, del comune di Castel del Monte e della Regione non siamo riusciti a trovare documentazione relativa a questi due motoraduni.
Ovviamente nell’esposto si fa riferimento anche a tutte le norme sulla sicurezza e sulle autorizzazioni per gli eventi, evidenziando che proprio lì cinque anni fa è partito, da una fornacella improvvisata, un incendio che ha fatto danni gravissimi al patrimonio naturalistico del Parco.
Sono state chieste e ottenute tutte le autorizzazioni in materia di servizi igienici, anti-incendio, sicurezza ecc? Quella è pure un’area fondamentale per la qualità dell’acqua potabile usata nell’area vestina da decine di migliaia di persone essendo individuata dalla regione come sito di ricarica della falda da proteggere dall’inquinamento. Dove vanno al bagno tutte quelle persone?
Se le autorizzazioni di pubblica sicurezza sono state rilasciate (nelle locandine però gli organizzatori sostengono di non assumersi responsabilità…nonostante appunto promuovano con tanto di locandina le proprie iniziative), come è stato possibile visto che ci sono precise norme di tutela di fauna e flora che impediscono questi eventi a causa del disturbo che provocano?
Le associazioni chiedono a gran voce agli enti, in primis l’Ente Parco, di fermare questi raduni selvaggi che sviliscono un luogo di pace e di silenzio dove le persone vanno a contemplare una Natura unica e non certo i rombi dei motori.