L’Aquila. Il sindaco Biondi in Kosovo per donare defibrillatori alle scuole dell’area ovest del Paese Balcanico.
“Conosciamo bene il valore della solidarietà, avendone ricevuta tanta dalla comunità nazionale quanto da quella internazionale nel post sisma e, quando possiamo, cerchiamo di essere vicini a chi può aver bisogno”.
È uno dei passaggi più intensi del discorso che il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha tenuto all’interno di Camp Villaggio Italia (CVI), sede del contingente italiano in Kosovo, nel corso della cerimonia di consegna dei defibrillatori acquistatati dal Comune dell’Aquila e che verranno installati nelle scuole secondarie della zona occidentale del Paese balanico, in cui è impegnato il 9° Reggimento Alpini della Brigata Taurinense, alla guida del Regional Command-West dallo scorso gennaio.
Il progetto, pianificato e coordinato dalla Cellula di Cooperazione civile e militare (CIMIC) del Regional Command-West, ha coinvolto la Sezione Abruzzi dell’Associazione Nazionale Alpini e lo stesso personale militare, contribuendo all’acquisto di complessivi trentotto dispositivi medicali, per i quali l’ente comunale ha utilizzato risorse messe a disposizione dal Comitato Perdonanza Celestiniana, frutto dei proventi dei biglietti degli spettacoli dell’edizione 2021 della manifestazione.
Presenti, oltre al primo cittadino, il Comandante del 9° Reggimento alpini e del Regional Command-West di KFOR, Colonnello Mario Bozzi, il presidente della sezione ANA Abruzzi, Pietro D’Alfonso, i sindaci, i consiglieri e i rappresentanti delle minoranze delle municipalità residenti nell’area di responsabilità del contingente italiano.
“Siamo tutti consapevoli di quanto siano determinanti per il futuro della nostra società la sicurezza e l’istruzione dei nostri figli ai quali vanno garantite certezze per la loro crescita, anche sotto il profilo assistenziale e di tutela della salute” ha sottolineato Biondi che ha aggiunto nel suo discorso ha, infine, ricordato il profondo legame tra la città dell’Aquila e le penne nere: “Per noi aquilani il loro supporto e sostegno nei drammatici mesi successivi al terremoto sono stati un’ancora a cui ci siamo aggrappati proprio quando avevamo difficoltà a guardare al futuro. Sono stati al nostro fianco anche quando un devastante incendio divorava le nostre montagne e durante la campagna di vaccinazioni per fronteggiare il Covid-19. Sono nostri amici, conterranei, e quando vediamo una penna nera la identifichiamo con l’idea di casa, sicurezza e familiarità. Li ringrazio per quello che hanno fatto e stanno facendo, in Italia e in un teatro internazionale come quello kosovaro, mandando una carezza e un abbraccio ai ragazzi che a fine maggio sono rimasti feriti mentre erano chiamati nell’adempimento del loro dovere”.
Il discorso completo:
“Buongiorno signor Comandante Mario Bozzi, colleghi sindaci, autorità tutte che ci onorate con la vostra presenza in occasione di quella che non esito a definire una delle giornate più significative della mia esperienza da primo cittadino dell’Aquila.
E voglio iniziarla partendo proprio dalla mia città, raccontandovi un breve ma significativo tratto del mio percorso, di vita, politico e amministrativo, che mi ha portato ad essere con voi.
All’indomani del terribile terremoto che il 6 aprile 2009 ha colpito 57 comuni della mia regione, l’Abruzzo, provocando 309 vittime, 100mila sfollati e pesantissimi danni a palazzi, monumenti e luoghi di culto, fu chiaro a tutti che qualsiasi processo di rinascita e ricostruzione non sarebbe potuto prescindere dai ragazzi e dagli studenti.
A settembre di quello stesso anno, infatti, la campanella è tornata a suonare in scuole realizzate in tempi record. il pericolo di spopolamento dei nostri territori era stato sventato, le famiglie sono rimaste e i giovani hanno continuato a vivere nella loro terra.
Eravamo e siamo tutti consapevoli di quanto siano determinanti per il futuro della nostra società la sicurezza e l’istruzione dei nostri figli ai quali vanno garantite certezze per la loro crescita, anche sotto il profilo assistenziale e di tutela della salute.
Ho accolto da subito la proposta formulata dal presidente della sezione Abruzzi dell’Associazione Nazionale Alpini, Pietro D’Alfonso, di collaborare a questo importante progetto di sicurezza medica nelle 38 scuole secondarie della vostra provincia.
Conosciamo bene il valore della solidarietà, avendone ricevuta tanta dalla comunità nazionale quanto da quella internazionale nel post sisma e, quando possiamo, cerchiamo di essere vicini a chi può aver bisogno di sostegno.
E lo facciamo attraverso quella che è la tradizione più antica e sentita dalla mia comunità: la Perdonanza celestiniana, manifestazione riconosciuta patrimonio immateriale culturale dell’umanità Unesco dal 2019 e che si incentra su sentimenti di riconciliazione, fraternità tra i popoli e perdono.
Per onorare questa festa ogni anno all’Aquila, dal 23 al 28 agosto, organizziamo una serie di eventi: religiosi, culturali, ricreativi e concerti. Con una parte dei proventi di quegli spettacoli abbiamo contribuito all’acquisto di defibrillatori che all’Aquila sono presenti in uffici, aree pubbliche, parchi gioco e nelle nostre, da oggi anche nelle vostre, scuole.
Permettetemi infine di dedicare un pensiero e un saluto agli amici del 9° Reggimento alpini dell’Aquila, da gennaio alla guida del Regional Command West, nell’ambito dell’Operazione “Joint Enterprise”, qui in Kosovo.
Per noi aquilani il loro supporto e sostegno nei drammatici mesi successivi al terremoto sono stati un’ancora a cui ci siamo aggrappati proprio quando avevamo difficoltà a guardare al futuro. Sono stati al nostro fianco anche quando un devastante incendio divorava le nostre montagne e durante la campagna di vaccinazioni per fronteggiare il Covid-19.
Sono nostri amici, conterranei, e quando vediamo una penna nera la identifichiamo con l’idea di casa, sicurezza e familiarità. Li ringrazio per quello che hanno fatto e stanno facendo, in Italia e in un teatro internazionale come quello kosovaro, mandando una carezza e un abbraccio ai ragazzi che a fine maggio sono rimasti feriti mentre erano chiamati nell’adempimento del loro dovere.
Ringrazio ancora il Comandante e voi tutti per l’evento odierno che porterò sempre nel mio cuore”.