Nato a Castelli nel 1842, Felice Barnabei è stata una delle figure più fulgide di studioso, di archeologo e di pubblico funzionario che perseguì con determinazione e tra le difficoltà di un’Italia unita appena sorta, politiche attive e iniziative editoriali innovative per la conservazione e la divulgazione del patrimonio nazionale. Il mondo culturale, i palazzi del potere, la vita privata, dagli studi alla Normale di Pisa alla Direzione degli Scavi di Antichità, fondatore tra gli altri del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, accademico dei Lincei, precettore della regina Margherita, deputato del Regno e consigliere di Stato. Il romanzo di Giuseppe Pennacchia racconta in prima e terza persona, attraverso le lettere e i diari, l’avvincente esistenza di Felice Barnabei, partito da una piccola bottega di ceramica alla ribalta internazionale negli anni turbolenti di un’Italia ancora giovane.
Nato a Castelli nel 1842, Felice Barnabei è stata una delle figure più fulgide di studioso, di archeologo e di pubblico funzionario che perseguì con determinazione e tra le difficoltà di un’Italia unita appena sorta, politiche attive e iniziative editoriali innovative per la conservazione e la divulgazione del patrimonio nazionale. Il mondo culturale, i palazzi del potere, la vita privata, dagli studi alla Normale di Pisa alla Direzione degli Scavi di Antichità, fondatore tra gli altri del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, accademico dei Lincei, precettore della regina Margherita, deputato del Regno e consigliere di Stato. Il romanzo di Giuseppe Pennacchia racconta in prima e terza persona, attraverso le lettere e i diari, l’avvincente esistenza di Felice Barnabei, partito da una piccola bottega di ceramica alla ribalta internazionale negli anni turbolenti di un’Italia ancora giovane.