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Prosciolti sindaco e vicesindaco di Rosciano, erano accusati di abuso d’ufficio

Redazione Centrale di Redazione Centrale
24 Febbraio 2016
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Rosciano. Il sindaco di Rosciano (Pescara), Alberto Secamiglio, e il vice sindaco, Liberato Pompizzi, sono stati prosciolti dal gup del Tribunale del capoluogo adriatico, Nicola Colantonio, dall’accusa di concorso in abuso d’ufficio “perche’ il fatto non sussiste”. Al sindaco era contestato anche il reato di falso in atto pubblico, giustizia- tribunalema e’ stato prosciolto anche da questa accusa con la stessa formula. Il gup ha, inoltre, prosciolto dal reato di abuso anche Maria Sandra Mariani, dipendente comunale del settore Affari Generali, e Carla Palozzo, partecipante alla selezione pubblica per il ruolo di esecutore amministrativo categoria B. La pm Silvia Santoro, oggi sostituita dalla collega Barbara Del Bono, aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti e quattro gli imputati. L’inchiesta ha preso il via nel 2011 a seguito di alcuni esposti anonimi. Nello specifico, il sindaco e vice sindaco, avvicendatisi nell’incarico di responsabile del settore Affari Generali, erano accusati sostanzialmente di aver favorito intenzionalmente l’assunzione e l’immissione in servizio di Carla Palozzo, cugina dell’assessore Simone Paolozzo, come esecutore amministrativo categoria B tramite una determina del primo cittadino del 19 dicembre 2011. Sempre secondo l’accusa, gli imputati avrebbero violato la deliberazione della giunta regionale n.157 del 24 febbraio 2006 attuativa dei Servizi per l’Impiego delle Province, l’articolo 34 del regolamento comunale e l’articolo 35 del decreto legislativo 165/01, procurando un ingiusto vantaggio alla Palozzo e arrecando un danno all’altra partecipante ammessa alla selezione nonche’ agli esclusi per mancanza del requisito della qualifica personale di “addetto ad archivi, schedari ed assimilati”. Il sindaco era imputato di falso perche’, secondo l’accusa, nei verbali redatti dalla commissione esaminatrice avrebbe “attestato falsamente l’inesistenza di sue incompatibilita’” con il ruolo di presidente della commissione “ben consapevole della sussistenza di evidenti incompatibilita’ dovute al fatto di essere sindaco e dunque organo di direzione politica dell’amministrazione e carica politica della stessa che lo avrebbero impedito cosi’ come disposto dall’articolo 34 del regolamento comunale”. Il giudice evidentemente pero’ non ha ritenuto sussistenti le contestazioni formulate dal pubblico ministero e ha prosciolto gli imputati.

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