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Crocifisso rimosso dall’aula consiliare, Celestino V all’amministrazione: ‘Rinsavite’

Redazione Centrale di Redazione Centrale
23 Febbraio 2016
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L’Aquila. Qualche giorno fa il Consiglio comunale dell’Aquila ha votato un atto (a maggioranza) con il quale si vieta l’esposizione nell’aula consiliare del Crocifisso e di ogni altro simbolo religioso. Lo storico Fulvio Giustizia commenta la decisione con una lettera immaginaria di papa Celestino V (San Pietro Celestino e’ compatrono della citta’ con San Massimo, Sant’Equizio e San Bernardino da Siena) ai consiglieri comunali dell’Aquila ai quali, in sostanza chiede di “rinsavire”. Ecco cosa, secondo lo storico, avrebbe scritto il pontefice alla luce di quanto accaduto. crocifiss“Con grande rammarico a voi mi rivolgo dopo quando, inaspettatamente, vi siete ‘comportati da nemici della croce di Cristo’ (Paolo, Filippesi. 3,18), avendo cosi’ inferto una grande ferita all’amato Signore mio e di tutti gli aquilani, il quale anche oggi, grazie alla vostra irresponsabile condotta puo’ ancora ben dire: ‘gli uccelli dell’aria hanno il loro nido, le volpi le loro tane, ma il Figlio dell’uomo non sa dove posare il capo’. Dal cuore di questa citta’ ferita (non risanabile senza l’aiuto dall’Alto), voi mi risponderete che l’avete fatto in ragione della vostra laicita’ come politici e anche perche’ fra di voi c’e’ uno o due a cui il santo Crocifisso da’ fastidio, proprio Lui che e’ l’innocente per eccellenza, che ha accolto tutti ed amato tutti senza discriminazione, Lui che ha dato la vita per tutti, ma che oggi e’ il grande discriminato da voi. Ricordatevi, eccellentissimi Consiglieri – prosegue la lettera immagimaria – che l’Aula in cui vi riunite non e’ un luogo semplicemente privato. Essa rappresenta il sito istituzionale di tutta la comunita’ cittadina, che vi ha eletto e che nella sua grande maggioranza e’ credente, tenendo molto a che si conservi anche in questa sede questo simbolo di sacralita’, se non altro come segno-radice della nostra cultura occidentale. Tuttavia, se le mie parole non sono abbastanza convincenti per farvi rinsavire e revocare la vostra decisione, mi vedo costretto io, Celestino, a chiedervi di restituire agli organi competenti della Chiesa Aquilana la mia Bolla del Perdono, perche’ quel perdono proviene dal costato squarciato di quel Crocifisso, la cui effigie voi avete rimosso. Sperando nel vostro rinsavimento e’ la fine della lettera immaginaria di papa Celestino – invoco, in questo anno di misericordia, il perdono del Signore su di voi e mi auguro che il primo cittadino di questa mia amata citta’, possa ancora annunciare, senza vergogna, l’inizio della Perdonanza al mondo, il prossimo 28 agosto 2016. Vostro sempre amico e servitore Celestino V Papa insieme ai carissimi con me compatroni e testimoni di questa lettera San Massimo, Sant’Equizio, San Bernardino”.

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