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Mostro di Firenze, i legali: “si disponga ispezione ministeriale sull’operato della procura”

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
22 Giugno 2023
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Firenze. Un altro, problematico capitolo della vicenda del Mostro di Firenze, relativo alle nuove indagini cui si stanno dedicando i legali di alcune delle vittime dell’omicida che si aggirava per le campagne toscane uccidendo coppie appartate in intimità e praticando atroci mutilazioni.

È di oggi la notizia che l’avvocato Antonio Mazzeo, con il suo sostituto Alessio Tranfa, ha inviato al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, al Dirigente dell’Ispettorato Generale presso il Ministero della Giustizia e al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze, la richiesta “che venga disposta ispezione ministeriale (straordinaria e/o mirata) e/o inchiesta amministrativa presso la Procura della Repubblica presso il tribunale ordinario di Firenze, affinché […] accerti ogni eventuale omissione o illegittimità commesse e tuteli con ogni mezzo di legge il diritto-dovere del sottoscritto difensore di visionare e estrarre copia di tutti gli atti relativi ai procedimenti penali.”

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A cosa ci si riferisce? L’avvocato Mazzeo assiste i parenti delle vittime di due dei duplici omicidi e, precisamente, Rosanna De Nuccio, sorella di Carmela, uccisa il 6 giugno 1981 insieme a Giovanni Foggi, e Irene Kraveichvili, sorella di Jean-Michel, assassinato con Nadine Mauriot agli Scopeti il 7 settembre 1985.

Undici mesi fa, i Gip Angela Fantechi e Silvia Romeo avevano autorizzato il legale a prendere visione ed estrarre copia degli atti dell’inchiesta non approdati al dibattimento dei processi a Pietro Pacciani e ai cosiddetti compagni di merende. Circa sette mesi e mezzo fa, vi era stato poi il via libera della Procura relativamente a due degli atti dei dodici richiesti.

È ciò che si legge su Tag24, che evidenzia come l’ispezione oggi richiesta scaturisca proprio dal fatto che, nonostante le citate autorizzazioni, il 90 per cento degli atti non sia stato ad oggi consegnato ai legali. A quanto riportato dal giornale on line, la Procura non avrebbe dato riscontro a sollecitazioni in tal senso avanzate da Mazzeo, né alle sue richieste di poter conferire con l’ufficio.

La richiesta richiama poi l’attenzione dei destinatari su alcune particolari circostanze. Il fatto, ad esempio, che gli atti dei procedimenti nei confronti di Pacciani e dei compagni di merende – conclusi con sentenza definitiva – sarebbero costuditi dalla Procura e non dalla Corte d’Assise. La documentazione reperibile presso quest’ultima risulterebbe “gravemente lacunosa”, mancherebbero persino i verbali delle istruttorie dibattimentali e i rilievi eseguiti sulla scena del duplice omicidio del 1985.

Nell’atto, con riferimento all’obbligo di segreto istruttorio di cui all’art. 329 c.p.p., si menziona, inoltre, il diniego opposto dalla Procura alla richiesta difensiva di acquisizione di copia delle tre relazioni balistiche del perito Paride Minervini sulla pallottola recuperata nell’orto di Pacciani. Tale diniego è stato motivato considerando che le relazioni in questione “sono coperte da segreto”. Due mesi prima della richiesta – si legge sul richiamato articolo di Tag24 – era stato tuttavia pubblicato un libro dedicato al Mostro di Firenze, in cui si fa riferimento a una consulenza tecnica (“di centoundici pagine”) relativa proprio alla pallottola in questione, commissionata a Minervini dalla Procura e di cui, a pagina 87, si riportano direttamente due significativi stralci.

Il documentarista Paolo Cochi, che da anni di dedica allo studio dei delitti del Mostro di Firenze e svolge attività di consulente tecnico per i legali oggi impegnati a investigare sulla vicenda, raggiunto per un commento sugli odierni sviluppi, ha dichiarato: “Gli avvocati Antonio Mazzeo e Alessio Tranfa hanno segnalato tutta una serie di situazioni meritevoli di approfondimento circa l’attività dell’ufficio della Procura di Firenze. Neanche a fronte di due ordinanze delle Gip dott.sse Fantechi e Romeo, la Procura ha ancora aperto i suoi archivi ‘segreti’.” “Sono passati tanti mesi e la Procura non risponde più ai legali. Da qui la richiesta di ispezione al ministro e al procuratore generale, affinché accerti determinate situazioni”, ha concluso.

Il decreto del Gip Romeo

 

Il decreto del Gip Fantechi
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