L’Aquila. “Occorre prendere consapevolezza che oramai è a rischio il diritto universale alla salute sancito dalla Costituzione per tutti i cittadini.
A causa del progressivo definanziamento del sistema sanitario nazionale, della mancanza cronica di personale, della fuga dei medici e del personale sanitario che non reggono più carichi di lavoro insostenibili e distruttivi”.
Così il segretario regionale del sindacato dei medici Anaao, Alessandro Grimaldi, capo dipartimento di Medicina della Asl provinciale dell’Aquila, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore del capoluogo regionale, alla vigila della manifestazione all’Aquila, a difesa della sanità pubblica e del diritto alla salute contro i tagli e il definanziamento del comparto.
A promuoverla è l’Intersindacale sanitaria, che chiama alla mobilitazione le altre associazioni e tutti i cittadini in una iniziativa dal titolo “A rischio la tenuta sociale del Paese” Grimaldi ricorda che “ben 70mila posti letto tagliati in dieci anni e sono 5 milioni di giorni di ferie accumulate negli anni e non godute da parte dei medici e dirigenti sanitari del Servizio sanitario nazionale. il sistema sanitario italiano ha peraltro un finanziamento nettamente inferiore ad altri Paesi. La Germania, ad esempio, spende oltre il 9% del Pil e ha 8 posti letto per mille abitanti, mentre l’Italia è scivolata da tempo sotto il 6,1% e offre appena 3 posti letto per mille abitanti”.
Grimaldi sottolinea che “la manifestazione di domani deve riguardare tutti i cittadini, in gioco è il futuro del nostro Paese e la sua tenuta sociale. Se la sanità pubblica va definitivamente in crisi, allora l’unica alternativa è la sanità privata, che però ha costi altissimi. Basti a guardare quello che accade negli Stati Uniti, dove molte persone devono rinunciare alle cure perché non hanno i soldi per stipulare assicurazioni private. Già oggi, del resto, in Italia, la spesa sanitaria privata ammonta a 40 miliardi di euro, quindi gli italiani, oltre alle tasse, pagano questi 40 miliardi in più per farsi assistere, per farsi curare, e io questo lo ritengo sostanzialmente pericoloso e iniquo”.