Sulmona. Sequestrare il cantiere di Case Pente in caso di violazione del decreto Via o di lavori avviati fuori termine.
Lo hanno chiesto i comitati cittadini per l’ambiente nell’esposto depositato sul tavolo dei Carabinieri Forestali di Sulmona contro la realizzazione della centrale di compressione di spinta della Snam.
I comitati, che da decenni si battono per contrastare la realizzazione dell’opera , hanno chiesto ai Forestali di accertare se le operazioni preliminari partite sul sito di Case Pente lo scorso primo marzo sono da considerarsi o meno come avvio dei lavori.
In tal caso si configurerebbe, secondo i comitati, una palese violazione del decreto Via, che comporterebbe la decadenza dell’autorizzazione rilasciata. Il decreto conteneva circa 50 prescrizioni, tra cui la sismicità, di cui 22 da assolvere pedissequamente prima di insediare il cantiere. Cosa che la Snam non avrebbe fatto. I comitati si giocano anche la carta dei possibili lavori fuori termine. La multinazionale infatti- spiega Mario Pizzola, portavoce dei comitati- aveva due anni di tempo per avviare gli interventi e tre anni per completarli.
Avendo già ottenuto due proroghe in tempo di Covid, il cantiere, sempre secondo i comitati, dovrebbe essere sospeso rapidamente per la scadenza dei termini. “Se un cittadino si fosse trovato al posto del colosso, sicuramente avrebbe trovato ostacoli”- insorge Pizzola chiedendo ai Forestali le opportune verifiche e l’eventuale sequestro del sito. Intanto per il prossimo gennaio il Tar ha fissato l’udienza sul ricorso depositato dal Comune di Sulmona.