Pescara. Saranno depositate in giornata le motivazioni alla sentenza che lo scorso 23 febbraio ha portato ad assoluzione gran parte degli imputati al Processo per la tragedia di Rigopiano.
Intanto, come riporta stamani “Il Messaggero”, il concetto guida che ha spinto il Gup Gianluca Sarandrea verso la direzione dell’assoluzione per gran parte degli imputati è quello dell’imprevedibilità della valanga, come in qualche modo accennato già dalla perizia del Tribunale, facendo cadere, di fatto, l’ipotesi accusatoria più grave, quella di disastro colposo e mantenendo in piedi solo le responsabilità di Comune di Farindola e Provincia di Pescara, Settore Strade, condannando a 2 anni e 8 mesi il sindaco Ilario Lacchetta; 3 anni e 4 mesi i funzionari della Provincia Polo D’Incecco e Mauro Di Blasio e per fatti laterali, 6 mesi a testa per il gestore del Resort Bruno Di Tommaso ed il tecnico Giuseppe Gatto.
Ora la Procura ha 45 giorni di tempo per presentare l’eventuale ricorso in appello.
“Trovo incredibile che sul giornale ci siano delle motivazioni di una sentenza che non è stata pubblicata e della quale come difensore della Parte Civile delle vittime nulla so, mi riservo di leggerla”.
Così l’avvocato Romolo Reboa che ha curato la parte civile dei parenti delle vittime al Processo Rigopiano Reboa prosegue: “Sicuramente non posso che prendere atto che dalle notizie giornalistiche sappiamo quello che poi sapevamo già dal dispositivo, cioè che è stato smantellato l’impianto accusatorio della Procura della Repubblica.
