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Cade il sindaco Ranalli, in nove si dimettono sciogliendo il consiglio comunale di Sulmona

Redazione Centrale di Redazione Centrale
12 Febbraio 2016
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Sulmona. Giuseppe Ranalli, eletto nel 2013, non è più il primo cittadino di Sulmona, il colpo di stato ieri sera alle 22 quando nove consiglieri comunali hanno sottoscritto le dimissioni determinando lo scioglimento del Consiglio comunale. Ranalli sindaco SulmonaI primi alla firma sono stati proprio i consiglieri del Pd, Alessio Di Masci e Fabio Ranalli, respingendo le raccomandazioni di Marco Rapino, segretario regionale Pd: “Il Partito Democratico non sarà la causa della fine dell’attuale amministrazione di centrosinistra a Sulmona e nessuno firmerà le dimissioni. Chiunque tra gli appartenenti al Partito Democratico deciderà di firmare le dimissioni e decreterà la fine dell’attuale amministrazione lo farà a titolo personale e ne risponderà direttamente al Partito con il quale è stato candidato e con il quale è stato eletto. La proposta di giunta fatta al Sindaco Ranalli è l’unica proposta alla quale i consiglieri del Pd sono invitati ad attenersi.” A seguire hanno rassegnato le dimissioni i quattro esponenti del gruppo Sulmona al Centro, espressione dell’assessore regionale Andrea Gerosolimo, Gianfranco Di Piero, Alessandro Pantaleo, Daniele Del Monaco e Luigi Santilli. Poi stata la volta del capogruppo di Forza Italia, Luigi La Civita e poi dei consiglieri Mimmo Di Benedetto e il consigliere di Sbic, Alessandro Lucci. Si è tentato in tutti i modi di scongiurare la caduta del primo cittadino, in particolare i rappresentanti del Psi e di Sel, hanno proposto al movimento civico l’ingresso nella maggioranza, ma il no di Sbic è stato decisivo sul destino della consiliatura e del sindaco Giuseppe Ranalli. Ranalli, vinse il ballottaggio sul candidato del centrodestra, Luigi La Civita. Adesso comincia la corsa contro il tempo per accelerare l’iter burocratico che dovrebbe portare il Presidente della Repubblica a firmare il decreto di scioglimento del Consiglio comunale entro il 24 febbraio, favorendo un commissariamento breve del Comune, fino alle elezioni amministrative della prossima primavera. “Prima di tutto voglio ringraziare chi, in questi giorni e in queste ore, ha lavorato senza sosta per cercare di trovare una soluzione che riportasse la città di Sulmona ad uno stato di governabilità, soprattutto chi, tra i professionisti contattati per la composizione della nuova giunta, aveva deciso di mettersi in gioco per il bene di tutti. Purtroppo, nonostante gli innumerevoli sforzi e tentativi, non è stato possibile farlo. Per la quarta volta consecutiva Sulmona verrà commissariata e travolta”. Queste le parole di Marco Rapino “La sua classe dirigente perde un’altra opportunità di dimostrarsi diversa e matura. Chi sedeva tra i banchi dell’amministrazione, chi sedeva dalla parte della maggioranza ha sulle spalle, ora, una grande responsabilità: a cominciare dalla mancanza della certezza assoluta di poter tornare al voto in tempo utile per gli appuntamenti del 2017. Ma non solo questo. Chi sedeva tra quei banchi e dalla parte della maggioranza ha anteposto la propria personale visione a quella della sua comunità politica, la stessa comunità politica grazie alla quale era stato eletto. Ma non solo. C’é una cosa ben più importante: chi era stato eletto per stare in maggioranza ha tradito il mandato che gli era stato consegnato dai suoi elettori. Credo e sono convinto che la città di Sulmona meriti molto di più di tutto questo. Lo stesso Partito Democratico e i nostri militanti, chi si rispecchia nei nostri valori e principi, merita molto di più di vedere tra le prime firme, di quella che è solo una sconfitta, due dei suoi rappresentanti in consiglio comunale. Gli stessi che, fino a qualche ora prima, dicevano di essere disponibili a trovare una soluzione mentre tramavano l’epilogo di questa vicenda. Questo tipo di classe dirigente condanna la città al declino. Ora più che mai convinto che i veri innovatori sono quelli che cambiano il destino” conclude.

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