Roseto degli Abruzzi. “Purtroppo l’iter avviato nel 1998 di lottizzazione di viale Makarska è ormai al capolinea”. Dichiara Marco Borgatti, presidente Fiab Roseto, “la cementificazione dell’ultimo tratto è alle porte e manca solo l’ultimo passaggio dirigenziale”.
“Ma cos’èra via Makarska? Era un pezzo della nostra città. Un’area di campi e vigneti. Un raccordo naturale con quella che diventerà la Riserva Borsacchio.
Non serve qui ricordare come tutte le forze ambientaliste e i cittadini sensibili si batterono a Roseto contro quello che è diventato l’esempio di come non urbanizzare un territorio.
La nascita della Riserva Borsacchio nel 2005 salvò il tratto superstite fino al 2012, anno in cui la regione, su spinta del comune, tagliò ampi spazi della riserva, tra cui via makarska prevista come zona cuscinetto, in un consiglio regionale durato tutta la notte dove molti di noi e tutte le associazioni erano presenti per protestare ed urlare il dissenso. Purtroppo perdemmo quella battaglia condotta da Franco Sbrolla.
Spesso si fraintende, si banalizza un pensiero che con il tempo sta sempre più prendendo piede: la sostenibilità, declinata in chiave ambientale e turistica.
Si afferma , sbagliando , che la sostenibilità non sia progresso, accoglienza. Mai pensiero è più sbagliato. La sostenibilità è inclusione, rispetto ed amore per il territorio ed anche per gli ospiti che lo scelgono per la sua bellezza.
Le necessità turistiche sono vitali per Roseto e devono essere tutelate. Ma la sostenibilità, l’ambiente, il turismo ed il territorio non vivono sconnessi. Devono esistere in armonia, soprattutto oggi , tempo in cui le persone cercano sempre di più la bellezza, la naturalità e la storia di un luogo.
Gli spazi centrali di Roseto sono stati urbanizzati con poco criterio negli ultimi quarant’anni, gli alberghi sono scomparsi per lasciar spazio a edilizia più conveniente. Abbiamo perso posti letto, occupato sempre più spazi aperti, costruito ovunque senza pianificare la viabilità, la mobilità, i parcheggi e della stessa accoglienza turistica.
Oggi paghiamo lo scotto di una poco lungimirante pianificazione che parte da lontano e via Makarska sarà l’ultimo esempio di come la disarmonia fra storia, natura e territorio peserà sul nostro futuro. Le scelte di via Makarska non peseranno oggi. Saranno le prossime generazioni a rimpiangere quello che era e vedremo come diventerà l’area fra 20\30 anni.
Ormai la strada è segnata e via makarska, con quel proliferare di case, residence, strutture difformi, altissime, che occludono vista al mare anche alle case dietro la ferrovia.
Una volta consumato suolo non si torna indietro.
Un’altro pezzo di Roseto va via in una lotta , che non dovrebbe esistere, fra ambiente ed edilizia dove purtroppo il debole, la natura, non ha soldi da investire o voce per urlare se non quella di alcuni romantici che sognano un mondo diverso che vengono ignorati in vita per poi essere rivalutati dai posteri.
Immaginate Roseto con le case bianche dei pescatori sul lungomare centrale, le piazze con i roseti ed il centro in case in mattoni come un tempo e solo dalla seconda linea edifici più alti, moderni ed accoglienti e strutture turistiche. Immaginate come poteva diventare ricercata una città così. Immaginate che flussi di turismo conservando le bellezze ed edificando in seconda vista per garantire posti e storia. Questi luoghi in Italia ed in Europa esistono e sono i più ambiti per vivere e per villeggiare.
Oggi se si fosse ascoltato per tempo non staremo qui a piangere l’arretramento delle presenze turistiche.
Il mio pensiero va a Franco Sbrolla, amico e mentore scomparso. Purtroppo non è ancora arrivato il tempo ma un giorno le cose cambieranno”.
Roseto degli Abruzzi. “Purtroppo l’iter avviato nel 1998 di lottizzazione di viale Makarska è ormai al capolinea”. Dichiara Marco Borgatti, presidente Fiab Roseto, “la cementificazione dell’ultimo tratto è alle porte e manca solo l’ultimo passaggio dirigenziale”.
“Ma cos’èra via Makarska? Era un pezzo della nostra città. Un’area di campi e vigneti. Un raccordo naturale con quella che diventerà la Riserva Borsacchio.
Non serve qui ricordare come tutte le forze ambientaliste e i cittadini sensibili si batterono a Roseto contro quello che è diventato l’esempio di come non urbanizzare un territorio.
La nascita della Riserva Borsacchio nel 2005 salvò il tratto superstite fino al 2012, anno in cui la regione, su spinta del comune, tagliò ampi spazi della riserva, tra cui via makarska prevista come zona cuscinetto, in un consiglio regionale durato tutta la notte dove molti di noi e tutte le associazioni erano presenti per protestare ed urlare il dissenso. Purtroppo perdemmo quella battaglia condotta da Franco Sbrolla.
Spesso si fraintende, si banalizza un pensiero che con il tempo sta sempre più prendendo piede: la sostenibilità, declinata in chiave ambientale e turistica.
Si afferma , sbagliando , che la sostenibilità non sia progresso, accoglienza. Mai pensiero è più sbagliato. La sostenibilità è inclusione, rispetto ed amore per il territorio ed anche per gli ospiti che lo scelgono per la sua bellezza.
Le necessità turistiche sono vitali per Roseto e devono essere tutelate. Ma la sostenibilità, l’ambiente, il turismo ed il territorio non vivono sconnessi. Devono esistere in armonia, soprattutto oggi , tempo in cui le persone cercano sempre di più la bellezza, la naturalità e la storia di un luogo.
Gli spazi centrali di Roseto sono stati urbanizzati con poco criterio negli ultimi quarant’anni, gli alberghi sono scomparsi per lasciar spazio a edilizia più conveniente. Abbiamo perso posti letto, occupato sempre più spazi aperti, costruito ovunque senza pianificare la viabilità, la mobilità, i parcheggi e della stessa accoglienza turistica.
Oggi paghiamo lo scotto di una poco lungimirante pianificazione che parte da lontano e via Makarska sarà l’ultimo esempio di come la disarmonia fra storia, natura e territorio peserà sul nostro futuro. Le scelte di via Makarska non peseranno oggi. Saranno le prossime generazioni a rimpiangere quello che era e vedremo come diventerà l’area fra 20\30 anni.
Ormai la strada è segnata e via makarska, con quel proliferare di case, residence, strutture difformi, altissime, che occludono vista al mare anche alle case dietro la ferrovia.
Una volta consumato suolo non si torna indietro.
Un’altro pezzo di Roseto va via in una lotta , che non dovrebbe esistere, fra ambiente ed edilizia dove purtroppo il debole, la natura, non ha soldi da investire o voce per urlare se non quella di alcuni romantici che sognano un mondo diverso che vengono ignorati in vita per poi essere rivalutati dai posteri.
Immaginate Roseto con le case bianche dei pescatori sul lungomare centrale, le piazze con i roseti ed il centro in case in mattoni come un tempo e solo dalla seconda linea edifici più alti, moderni ed accoglienti e strutture turistiche. Immaginate come poteva diventare ricercata una città così. Immaginate che flussi di turismo conservando le bellezze ed edificando in seconda vista per garantire posti e storia. Questi luoghi in Italia ed in Europa esistono e sono i più ambiti per vivere e per villeggiare.
Oggi se si fosse ascoltato per tempo non staremo qui a piangere l’arretramento delle presenze turistiche.
Il mio pensiero va a Franco Sbrolla, amico e mentore scomparso. Purtroppo non è ancora arrivato il tempo ma un giorno le cose cambieranno”.