Pescara. E’ allarme abusivismo e sommerso in Abruzzo: quasi sette artigiani su dieci sono esposti al rischio di concorrenza sleale, fenomeno che potenzialmente interessa il 65% delle imprese, cioe’ 20.987 attivita’; il dato e’ in linea con quello nazionale, pari al 65%. Le imprese ad alto potenziale di rischio sono 8.351, cioe’ il 25,9% del totale (24,2% in Italia). E’ quanto emerge da un approfondimento condotto da Confartigianato Abruzzo sui dati contenuti in un’elaborazione del Centro studi della Confederazione nazionale. Piu’ della meta’ delle imprese abruzzesi esposte alla concorrenza sleale sono quelle operanti nei settori delle installazioni ed edilizia (11.623 unita’); molto esposte anche quelle dei servizi alle persone (5.484, principalmente parrucchieri e servizi estetici), della ristorazione (1.178) e dei trasporti e magazzinaggio (1.689). Il tasso di irregolarita’ del lavoro in Abruzzo e’ pari al 15,5% – come dire che un occupato ogni sei e’ irregolare – contro la media italiana pari al 12,8%. A livello territoriale, e’ la provincia di Chieti a contare il maggior numero di imprese artigiane a rischio, cioe’ 5.968, di cui 2.400, pari al 40,2%, considerato a maggior rischio di esposizione. Seguono il Teramano (5.133; 1.976, il 38,5%, ad alto potenziale di rischio) e l’Aquilano (4.980; 1.652, 33,1%); chiude la classifica, con 4.980 imprese esposte, la provincia di Pescara, territorio che balza in testa alla graduatoria per quanto riguarda la percentuale di attivita’ a maggior rischio di esposizione: 2.323 unita’, pari al 47,3%. “Si tratta di dati piuttosto allarmanti per una realta’ come quella abruzzese – commenta il presidente di Confartigianato Abruzzo, Lorenzo Angelone – La nostra associazione e’ estremamente sensibile al tema dell’illegalita’ e da sempre e’ impegnata nella lotta al sommerso e all’abusivismo. Anche alla luce di tali dati, per tutelare i nostri associati che portano avanti con onesta’ il proprio lavoro, rinnoviamo il nostro impegno e ci mettiamo a disposizione di tutte quelle imprese che vogliano denunciare situazioni di concorrenza sleale al fine di segnalarle alle autorita’ competenti”.