Chieti. “L’ennesimo suicidio ci dimostra come non siano ignorabili le responsabilità di un sistema socio-culturale che ci educa alla performance e alla velocità. Le scuole e gli atenei dovrebbero essere dei luoghi di accompagnamento alla crescita degli individui, invece è diffusa una retorica del merito che non prende in considerazione la vita e le difficoltà dei singoli.
Crediamo che questo sia uno degli elementi che porta molti nostri coetanei a togliersi la vita, non supportando più l’ansia e la pressione sociale del sistema. Chiediamo un cambiamento della retorica, che passi attraverso una revisione in chiave inclusiva dei criteri di merito per accedere alle borse di studio, nonché maggiori strumenti di supporto didattico.
Inoltre, nelle scorse settimane abbiamo presentato alla Camera una proposta di legge per stanziare 100 milioni che garantiscano presidi per la salute psicologica in ogni scuola e università, dove sia presente personale professionista che sia capace di capire le nostre esigenze e aiutarci a gestire le nostre ansie, le nostre paure, i nostri sensi di colpa, le nostre aspirazioni.
Servono poi dei percorsi di educazione e sensibilità alla salute mentale, che coinvolgano studenti e personale docente, così da agire anche in chiave preventiva. Non possiamo accettare che atti autolesionisti e suicidi diventino la normalità! Ci chiediamo cosa serva ancora alla politica per capire che la salute mentale è importante come la salute fisica, stanziando risorse adeguate. Speriamo che dopo questo ennesimo episodio, la Ministra Bernini convochi il Cnsu e l’Unione degli Universitari per affrontare il problema insieme e trovare delle soluzioni urgenti”. A dirlo è Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari (Udu).
Giovane studente di medicina si suicida in casa a Chieti: “la mia vita è inconcludente e inutile”