Chieti. “La gestione dell’amministrazione comunale di Chieti è al punto di non ritorno. Quanto accaduto nelle ultime settimane è solo il finale di un’esperienza, a oggi, costellata di occasioni mancate e milioni di euro dirottati su altri territori per incapacità di programmazione. Senza parlare della pessima immagine restituita della città. Evidentemente qualcuno pensava che assumersi l’impegno di amministrare fosse solo organizzare feste di piazza, concerti, sfruttare ogni occasione di visibilità per qualche foto. Purtroppo non è così. Serve responsabilità, mettere la faccia anche sui provvedimenti più difficili, prendere una posizione e difenderla per il bene pubblico”.
Così il Consigliere regionale indipendente Sara Marcozzi, che interviene sulla situazione politica del capoluogo teatino. “In un momento in cui saper spendere bene i fondi a disposizione fa la differenza tra lo sviluppo e l’immobilismo di una città, l’amministrazione teatina ha già perso tanti milioni di euro fondamentali per rilanciare il territorio. Penso, su tutti, ai 4 milioni per la filovia, un caso che ho denunciato anche in Consiglio regionale. Cifre importanti che rischiamo di non vedere più. Anche gli emendamenti in Consiglio regionale per portare risorse alla città, come quelli a mia firma da 90 mila euro per lo Stadio Angelini e da 100 mila euro per il Supercinema, sono occasioni che non si possono perdere. Negli altri territori abruzzesi vedo quella vivacità e quelle iniziative, anche in materia di PNRR, che a Chieti sono ancora un’utopia”.
“Se a questo si aggiungono, prosegue, le beghe interne su Teateservizi, è evidente che sia impossibile continuare a guardare in silenzio. Commissioni e Consigli Comunali andati deserti, mancanza di spiegazioni all’Assise, dimissioni di esponenti della maggioranza, rilievi della Corte dei Conti: uno scenario che dovrebbe suggerire a tanti protagonisti della maggioranza di chiedere scusa ai cittadini invece di fare finta che sia tutto normale. Soprattutto alla luce dell’auto-concesso aumento dello stipendio pur con le casse disastrate dell’ente”.
“Un tema che ho particolarmente a cuore è quello del sistema idrico, e anche qui Chieti è in fondo alle classifiche di tutta Italia. Come abbiamo appurato durante la Commissione d’inchiesta, il 70% di perdita di acqua in città non è causato solo da reti colabrodo, ma anche dalle oltre cento utenze pubbliche non censite o non in regola. Un po’ di accortezza in più ci avrebbe risparmiato una pessima figura in tutto il Paese e consentito di recuperare risorsa idrica. L’ultimo dato Istat, pubblicato poco più di una settimana fa, conferma a Chieti la maglia nera, insieme ad Agrigento e Trapani, anche sull’erogazione di acqua, con sospensioni avvenute in quasi tutti i giorni dell’anno”.
“Ciò a cui sono costretti ad assistere i cittadini non è accettabile e rappresenta uno dei punti più bassi della storia di Chieti. Confido in un moto di orgoglio e nell’assunzione di responsabilità per il bene di tutti, senza portare per le lunghe una crisi che, più che ai singoli, fa male all’intera città”, conclude.