Pescara. “Anche la Procura Generale di Torino e la Dnaa si sono opposti”. Così il legale Flavio Rossi Albertini ha parlato di un “coro di opposizioni” espresse contro l’istanza di differimento pena con detenzione domiciliare per Alfredo Cospito presentata al Tribunale di Sorveglianza di Milano.
Si è dimostrata una “incapacità di comprendere che questa situazione deve essere risolta, anche dopo gli articoli su Al Jazeera che mettono alla berlina l’Italia per le condizioni a cui sottopone l’anarchico ed è possibile che debba intervenire allora un’autorità internazionale per dire che Italia sta violando i diritti umani, è questa – ha aggiunto l’avvocato di Cospito – l’assurdità della vicenda”.
Secondo il legale, poi, il problema cardiaca avuto da Cospito nei giorni scorsi “è stato minimizzato da parte della direzione sanitaria del reparto dicendo che era un errore del tracciato della macchina, salvo che l’errore è avvenuto quando Cospito ha avuto la sintomatologia riconducibile a un infarto, un dolore al petto e al braccio, episodio che mostra effettivamente il pericolo, come affermano sempre i medici”.
Cospito davanti ai giudici oggi “è intervenuto in più occasioni – ha detto il difensore – per esprimere il suo punto di vista: essere in salute non vuol dire soltanto mangiare, perché al 41bis si mangia benissimo, l’essere umano però è ristretto 22 ore al giorno in una cella, ha un’ora sola per stare in un cubicolo di cemento all’aria, un’ora per la saletta di socialità e qualcuno sta così per tutta la vita”.
È convinto “della giustezza della sua battaglia”. “L’elemento di novità è che ha subordinato il proseguimento della sua protesta alla liberazione di persone anziane e malate – ha aggiunto il legale – Tra le diverse ipotesi che ha posto, oltre a quella principale di non essere più sottoposto a questo regime, è la liberazione di queste persone che ci si ostina a tenere in carcere. In cambio della loro liberazione interromperebbe il digiuno”. Per Cospito questa “sarebbe l’unica condizione di privazione” e ha detto: “morirei ugualmente ma morirei dentro nello spirito e nel cuore”. La sua, sempre a detta del legale, “è una battaglia politica, è evidente, di avanzamento dell’umanità in questa fase storica”. Probabilmente, secondo il legale, uno dei due procedimenti della Sorveglianza, tra Milano e Sassari, “assorbirà l’altro”. Quello di Sassari “non ha ragione di essere – ha aggiunto -. Sassari è stata attivata dal pg di Torino”.