L’Aquila. “Rivolgiamo un plauso alla Giunta Regionale”, afferma Antonio D’Intino, presidente Ance Abruzzo, “al Presidente Sospiri, ai capigruppo ed ai consiglieri di maggioranza, nonché al Consiglio Regionale per la futura approvazione del provvedimento determinante per contribuire allo sblocco della cessione di crediti certificati, che provengono da lavori svolti nel territorio abruzzese, in modo da liberare capacità fiscale in capo agli istituti bancari e rimettere in moto il meccanismo del Superbonus”.
“La fase di esame” continua D’Intino, “era ormai matura: sin dal mese di novembre, come ANCE Abruzzo, abbiamo portato sul tavolo di lavoro l’ipotesi di intervento diretto da parte della Regione Abruzzo per disciplinare il ruolo dell’ente pubblico quale acquirente dalle banche di crediti d’imposta da usare in compensazione dei debiti fiscali che la Regione ha in capo direttamente, o da parte di società partecipate.
La Regione Abruzzo ha mostrato subito grande attenzione rispetto a questa problematica perché, in assenza di correttivi, si rischia di travolgere il tessuto produttivo e sociale: ci sono almeno 500 imprese coinvolte, mille cantieri esposti nella crisi per 800 milioni di crediti incagliati, 5 mila lavoratori a rischio di licenziamento, che salgono a 6 mila con l’indotto, con una miriade di committenti pronti ad azionare le vie legali contro le imprese, e viceversa, in uno scontro paradossale tra vittime.
L’intervento di SACE, per accordare nuove linee di credito alle aziende, non risulta una soluzione esaustiva, anche a fronte degli ormai 15 miliardi di euro di crediti incagliati a livello nazionale.
Nel frattempo, le regioni Sardegna, Basilicata, Piemonte e la Provincia di Treviso, per prima, hanno legiferato per assumere un ruolo, a costo zero, nella procedura di acquisto dei crediti, con il vantaggio di recuperare una percentuale sulle operazioni di cessione.
Anche sulla scia di questi primi ed importanti provvedimenti, come anticipato dal Presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, che, per primo, ha accolto le preoccupazioni e le proposte della categoria portando all’evidenza del Governo regionale la tematica, trovando massima disponibilità ad intervenire, con un lavoro di squadra, su coordinamento del Sen. Guido Q. Liris, quale assessore uscente al Bilancio e per l’interlocuzione in corso con il MEF, ora è tempo di portare in aula consiliare la Legge approvata dalla Giunta il 13 u.s., come auspicato da tutte le forze politiche del territorio.
Siamo convinti sostenitori di questa proposta perché al di là dell’effetto salvataggio, che risulta urgente, la stessa risulta in linea con gli obiettivi europei che rilanciano sempre nuove sfide sull’efficientamento energetico degli edifici, con imposizione di un primo target, da conseguire entro il 2030, che risulta un miraggio senza un sistema di incentivi e di strumenti finanziari adeguati per riqualificare il nostro vetusto patrimonio immobiliare, realizzato, al 74%, prima dell’entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico e, soprattutto, della sicurezza sismica.
Oltre i benefici diretti in termini di riqualificazione energetica e sismica, il sistema di incentivi incide positivamente sul PIL: nel 2021 è stato registrato un + 6,6 % con quattro punti che sono merito dell’edilizia, con i settori collegati, nel 2022 la stima preliminare è di un +3,9%, segue un rallentamento significativo stimato per il 2023 di +0,4% : un andamento che, non a caso, segue anche la dinamica degli effetti degli incentivi fiscali destinati ad esaurirsi, di fatto, nel 2023
Ogni euro investito sul Superbonus ne ha generati più di tre in economia (NOMISMA “Bilancio Sociale e Ambientale del Superbonus 110%”).
Ci riteniamo orgogliosamente i testimonial ideali della validità della teoria keynesiana, quali moltiplicatori degli investimenti pubblici, perché abbiamo contribuito in maniera determinante in tutte le fasi storiche di ripresa e sviluppo nazionale, dal post guerra al post crisi finanziaria, al post sisma, al post covid, alla fase attuale di incertezza internazionale causata, di nuovo, tragicamente, dalla guerra con risalita dell’inflazione ed instabilità dei mercati finanziari.
Il nostro settore, seppur bersagliato da sempre nuovi ostacoli, resta un ambito strategico per allocare risorse, riforme e progetti tali da avviare la ripresa e renderla strutturale.
Ribadiamo che le principali azioni da mettere in campo per strutturare al meglio il sistema degli incentivi riguardano:
1) La stabilizzazione degli incentivi nel lungo periodo: una misura da coniugare ad un tetto massimo annuale di investimenti, in modo da favorire quantità e qualità dei lavori di riqualificazione secondo la migliore programmazione, sia pubblica che da parte dei privati, cittadini ed imprese;
2) La revisione del criterio di progressiva diminuzione della percentuale di agevolazione per i condomini, da bilanciare con criterio del reddito, per evitare, di fatto, una fine dei lavori al 2023, vanificando la portata di una misura diretta, all’origine, proprio verso i grandi compendi immobiliari dove è sempre risultato un miraggio avviare i lavori, sia per il conseguimento della volontà assembleare che per la mancanza di disponibilità economica di alcuni.
3) Nei Comuni dei territori colpiti da eventi sismici a partire dal 1 aprile 2009 e dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza, la detrazione al 110%, o in alternativa, il superbonus rafforzato, sono misure da estendere sia a livello temporale che per quanto riguarda la valenza a tutte le tipologie di edifici residenziali, e non solo agli interventi su quelli resi inagibili dai terremoti, in modo da offrire soluzioni complessive senza discriminare i lavori riferiti a territori che vivono in un contesto di maggiore disagio e di marginalità economica e sociale”. Conclude D’Intino.