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Economia, ecco l’andamento delle imprese in Abruzzo negli ultimi 8 anni

Alessandra Ciciotti di Alessandra Ciciotti
13 Febbraio 2023
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L’azienda abruzzese “Ricamificio Gs” entra nel Gruppo Florence

Censimento permanente delle imprese: l’Abruzzo ancora in ritardo

21 Marzo 2023

Pescara. Il complesso delle imprese subisce una flessione di 1.503 unità e, in termini percentuali, decresce dell’1,16%, valore pari a tre volte la decrescita nazionale che è stata dello 0,41% A livello provinciale le variazioni sono state disomogenee L’unica a segnare un incremento è Pescara (+777), subisce la flessione più pesante Chieti (-1.435), registrano decrementi più lievi L’Aquila (-434) e Teramo (-411) I 2/3 dei comuni abruzzesi hanno subito un forte calo di imprese (superiore a 7 volte quello nazionale) • Il 50% (153) sono montani
• Il 14% (42) sono non montani Le variazioni più significative delle imprese per attività
economiche in Abruzzo rispetto alle variazioni nazionali
sono:
• le costruzioni che decrescono con una densità doppia
• le attività di alloggio e ristorazione che crescono
appena la metà
Aldo Ronci
2 febbraio 2023
2
INDICE
LA DINAMICA DELLE IMPRESE tra il 31.12.13 e il 31.12.21
• IN ABRUZZO
• NELLE PROVINCE ABRUZZESI
• NEI CAPOLUOGHI
• NEI COMUNI MONTANI E NEI COMUNI NON MONTANI
LA DINAMICA DELLE IMPRESE NEI COMUNI CON PIÙ DI 15.000 ABITANTI
I 5 COMUNI CON I PIÙ ALTI INCREMENTI PERCENTUALI DELLE IMPRESE
I 5 COMUNI CON LE PIÙ ALTE FLESSIONI PERCENTUALI DELLE IMPRESE
LA DINAMICA SETTORIALE DELLE IMPRESE tra il 31.12.13 e il 31.12.21
• IN ABRUZZO
• NELLE PROVINCE ABRUZZESI
• NEI CAPOLUOGHI
N. B.
Elaborazione dati “Movimprese” e “CCIAA Chieti-Pescara
3
LA DINAMICA DELLE IMPRESE ATTIVE IN ABRUZZO IN 8 ANNI
tra il 31.12.13 e il 31.12.21
PREMESSA
La perdita di 1.503 imprese in Abruzzo tra il 31.12.13 e il 31.12.21, che in valori
percentuali è stata pari a tre volte quella italiana, è da ascrivere in larga misura al
settore dell’artigianato ed è determinata soprattutto dall’andamento di due attività
economiche:
• le costruzioni che, in valori percentuali, flettono in misura doppia rispetto al
valore medio nazionale;
• le attività di alloggio e ristorazione che, in valori percentuali, crescono la metà di
del valore medio italiano;
La flessione sarebbe stata comunque molto più pesante se la Città di Pescara non fosse
riuscita a realizzare un ottimo risultato (786 imprese in più e una iperbolica crescita
percentuale del 6,32%) in controtendenza rispetto alla decrescita nazionale grazie:
• agli alti incrementi percentuali realizzati nelle attività di alloggio e ristorazione,
nelle attività immobiliari e nei servizi alle imprese;
• all’incremento nel commercio che, anche se modesto, è comunque in
controtendenza rispetto al consistente decremento nazionale.
Nel report si evidenzia che il fenomeno del forte calo delle imprese caratterizza non
solo 153 comuni montani ma anche 42 comuni non montani che sono ubicati nella
fascia costiera. I dati numerici al riguardo denunciano un fenomeno nuovo che, quindi,
va approfondito, soprattutto se si tiene conto del fatto che tale calo procede in
parallelo con lo spopolamento che ha anch’esso interessato, nello stesso periodo, i
comuni non montani siti nella fascia costiera.
Alla luce dei dati esposti e delle considerazioni emerse, se si vogliono evitare
provvedimenti occasionali legati alla funesta logica particolaristica praticata da
decenni senza risultati apprezzabili, come d’altronde già ripetuto più volte, non resta
che adottare una metodologia programmatoria che elabori un progetto, un progetto
che attivi uno sviluppo Regionale armonico e che faccia sì che tutti gli interventi e le
risorse siano coerenti con quel progetto.
Alla luce di questi dati probabilmente la tradizionale distinzione dell’Abruzzo tra zona
interna e zona costiera non regge più in quanto ad una Pescara sempre più attrattiva
4
per le attività economiche fa riscontro il decremento delle attività nei comuni costieri
limitrofi e il forte calo dei 31 comuni non montani.
Allo stato si ha l’opportunità da parte della Regione di adottare lo strumento
dell’Agenda Urbana che, meglio di qualsiasi altro, potrebbe avviare un percorso di
sviluppo armonico ed equilibrato di tutto il territorio Abruzzese mediante la creazione
delle Aree Funzionali Urbane.
Il sistema delle imprese abruzzesi ha bisogno di riprendere vitalità e ciò può avvenire
soltanto se agli interventi sulle infrastrutture, agli incentivi per la concessione del
credito, all’abbassamento delle imposte, alla semplificazione amministrativa, che sono
misure tutte necessarie e importanti ma non sufficienti ad innescare processi di
sviluppo, si aggiunge il miglioramento della competitività delle imprese, in particolare
delle micro-imprese che rappresentano il 96% del totale delle imprese e impiegano il
56% degli occupati.
Per incrementare la competitività la Regione Abruzzo dovrà porre in essere specifiche
iniziative e creare servizi capaci di incentivare e attivare innovazioni.

Tags: imprese abruzzesi
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