Pescara. “Sono sette gli emendamenti presentati oggi, entro la scadenza dei termini, alla legge istitutiva della Nuova Pescara, che, superato l’esame e il voto delle Commissioni, porteremo in aula nelle prossime settimane. Si tratta di proposte di modifica al testo originario che da un lato anticipano i tempi di elaborazione e consegna della bozza del nuovo Statuto provvisorio a novembre 2023, rendendo ancora più certa e inderogabile l’attuazione della norma stessa; dall’altra introduce la clausola sociale inerente alla salvaguardia dei posti di lavoro nelle attuali società partecipate dei tre Comuni, assicurando il riassorbimento del personale. Infine gli ultimi due emendamenti vanno a sacramentare il nome della futura nuova città che sarà semplicemente Pescara”. Lo ha detto il presidente del consiglio comunale Lorenzo Sospiri ufficializzando il contenuto dei sette emendamenti presentati.
“Si tratta di proposte di modifica scaturite nella maggior parte dei casi dalle audizioni in corso nelle commissioni regionali competenti”, ha spiegato il presidente Sospiri, “ovvero da istanze presentate dagli stakeholder che abbiamo convocato e sentito e che ci hanno offerto interessanti spunti di riflessione e di miglioramento della legge e di questo li ringraziamo. Da parte di tutti è arrivata una richiesta chiara: la fusione si deve fare, non si può tornare indietro, e per dare ulteriori certezze in tal senso ci hanno chiesto di anticipare anche qualche data e scadenza, ribadendo il ricorso a Commissari ad acta in caso di inadempienza di uno o più dei tre Comuni interessati dal processo. Abbiamo accolto volentieri alcuni suggerimenti che riteniamo di immediata applicazione, ferma restando la volontà e il parere che ora dovrà esprimere il Consiglio regionale e, soprattutto, la consapevolezza che comunque una legge può sempre essere ulteriormente migliorata lasciando saldi i suoi punti fermi”.
Nel dettaglio, il primo e terzo emendamento riguardano l’anticipazione dei tempi inerenti la consegna della bozza dello statuto provvisorio del nuovo Comune: “Nella stesura della legge”, ha illustrato il presidente Sospiri, “avevamo previsto che la bozza venisse rimessa dalla competente commissione all’assemblea costitutiva entro il 31 dicembre e che i tre Comuni, a loro volta, potessero approvarla entro il 31 gennaio 2024. Con l’emendamento abbiamo anticipato al 31 ottobre la consegna della bozza dello statuto provvisorio da parte della commissione all’assemblea costitutiva, e al 30 novembre 2023 la trasmissione ai tre Comuni, che significa che entro la fine del 2023 potremmo avere la bozza dello Statuto provvisorio approvata da tutte le tre amministrazioni coinvolte nel processo di fusione, disponendo subito dunque dello strumento fondamentale per disciplinare il funzionamento del futuro Comune”.
Il secondo emendamento modifica il comma 3 dell’articolo 4 della legge 26 e introduce la clausola sociale, o norma di salvaguardia dei livelli occupazionali nelle società partecipate o in house dei tre Comuni, prevedendo che ‘Nell’ambito delle procedure di affidamento dei contratti di concessione e di appalto di lavori e servizi in forma associata è garantita la stabilità occupazionale del personale impiegato nelle società o imprese affidatarie dei singoli Comuni coinvolti nel processo di fusione, mediante l’inserimento di clausole espresse nei relativi bandi di gara, avvisi e condizioni di contratto che prevedano l’obbligo, per le società e imprese aggiudicatarie che subentrino ad altre società o imprese suddette nel lavoro o nel servizio, di assorbire il personale adibito all’esecuzione del lavoro o allo svolgimento del servizio oggetto dell’affidamento, risultante negli organici dei soggetti affidatari dei singoli Comuni al momento della pubblicazione del bando di gara o avviso, mantenendo i diritti acquisiti sulla base di contratti nazionali, regionali e territoriali, ivi compresi le qualifiche e gli inquadramenti in atto e l’anzianità di servizio conseguita a ogni effetto contrattuale o di legge’.
“In sostanza”, ha ribadito il residente Sospiri, “abbiamo ribadito una norma già prevista nella legge nazionale, necessaria per far sì che il patrimonio di professionalità maturato da coloro che per anni hanno lavorato nelle società partecipate dei tre Comuni nella gestione di servizi fondamentali non vada disperso con la fusione, ma piuttosto venga riassorbito e confluisca all’interno di quelle singole nuove società che evidentemente andranno a gestire gli stessi servizi riaccorpati. La clausola sociale da un lato garantisce la salvaguardia dei livelli occupazionali, prevedendo che la nuova società vada a riprendere il personale delle società che ha associato assorbendone le funzioni, dall’altro ci assicura la continuità dei servizi. Ovviamente, come previsto nel comma 3-quater si intende che tale previsione ‘trova applicazione nel rispetto dell’articolo 41 della Costituzione, compatibilmente con la gestione efficiente dei lavori e dei servizi da affidare e in armonia con la libera organizzazione d’impresa prescelta dall’imprenditore subentrante’”.
L’emendamento numero 4 è strettamente tecnico e chiarisce in modo più esplicito che “la regione Abruzzo” ha detto il presidente Sospiri – possa nominare un commissario ad acta, esercitando il potere sostitutivo, anche nei confronti dell’assemblea costitutiva in caso di mancata adozione e trasmissione ai consigli comunali coinvolti nel processo di fusione della proposta di statuto provvisorio e che, ovviamente, l’incarico del commissario ad acta nominato dalla regione decade alla data di insediamento del commissario governativo che comunque dovrà traghettare i tre Comuni sino alla data delle elezioni. Questo significa che se a settembre 2023 l’esito dei controlli effettuato dalla regione sulla relazione rimessa dai tre Comuni sarà negativo, la regione nominerà un commissario che fino al 31 dicembre 2023 dovrà fare le azioni non compiute dai tre Comuni, e il suo incarico decadrà il primo gennaio 2024 alla nomina del commissario governativo da parte del prefetto. Se invece i lavori seguiranno il loro iter, come stabilito dalla legge, comunque i tre consigli comunali si scioglieranno il primo gennaio 2027 con la nomina da parte del prefetto di un commissario governativo che accompagnerà le tre città sino alle elezioni di maggio-giugno 2027. L’emendamento specifica i ruoli delle due figure commissariali, quello di competenza regionale e quello governativo, che non saranno mai sovrapposte”.
L’emendamento 5, anch’esso di natura tecnica, chiarisce che “dalla data di entrata in vigore della presente legge e fino alla data di istituzione del Comune di Pescara, ai Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore è precluso stipulare contratti con scadenza successiva a quella di istituzione del nuovo Comune per quei servizi destinati a essere associati come, ad esempio, i servizi sociali, i rifiuti, la gestione dei parcheggi a pagamento. Ovvero, fatta eccezione per contratti attinenti lavori pubblici o forniture, i tre Comuni non potranno affidare i servizi oggetto di esercizio associato prevedendo una data di scadenza successiva alla fusione”. Infine, come ha spiegato ancora Sospiri, “ci sono gli ultimi due emendamenti con i quali, anche in questo caso aderendo alla richiesta manifestata durante le audizioni in commissione, si stabilisce che il nome del nuovo Comune sarà semplicemente ‘Pescara’, e non ‘Nuova Pescara’, una denominazione sicuramente semplificativa, che nulla toglie al rispetto che comunque verrà garantito a tutti i territori protagonisti della fusione”.