L’Aquila. Ha riavuto i suoi libri e i suoi scritti Alfredo Cospito, da lunedì scorso in cella nel centro clinico del carcere milanese di Opera per via delle sue condizioni fisiche dovute allo sciopero della fame che sta portando avanti da 109 giorni per protestare contro il 41bis. Condizioni che se dovessero peggiorare renderanno necessario il suo trasferimento nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo. Gli appunti, in cui ha messo nero su bianco alcuni suoi pensieri, e i libri che aveva con sé quando è arrivato dall’istituto di massima sicurezza Bancali di Sassari, da quanto si è saputo, gli sono stati restituiti l’altro ieri o addirittura giovedì dopo un ‘controllo’ da parte degli agenti di polizia penitenziaria per via della censura prevista dalla normativa.
Intanto lui prosegue a rifiutare cibo e integratori e ad andare avanti ad acqua e sale e zucchero. Scelta che rende sempre più concreta l’ipotesi di un ricovero ospedaliero che avverrà quando i medici del Servizio di Assistenza Integrata, ossia il centro clinico di Opera, stabiliranno che il suo quadro clinico richiede un monitoraggio e un’assistenza che il carcere non può assicurare. Inoltre è sempre convinto di far valere la sua volontà, in caso di un peggioramento, di non essere alimentato artificialmente.
“Come tutti i casi di questo genere, continuiamo il monitoraggio con la massima attenzione”. Così il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Giovanna Di Rosa, su Alfredo Cospito, l’esponente della Fai, da lunedì scorso al centro clinico del carcere milanese di Opera. L’anarchico sta portando avanti da 109 giorni lo sciopero della fame, di recente inasprito dal rifiuto di assumere integratori, per protestare contro il 41 bis. Il giudice Di Rosa e la collega Ornella Anedda, che ogni giorno ricevono una relazione medica, giovedì scorso hanno fatto visita al 55enne e presto ritorneranno a trovarlo.
Trascorre le ore di socialità con altri tre detenuti, esponenti della criminalità organizzata, che come lui sono al centro clinico di Opera in regime di 41 bis. Invece niente passeggiata all’esterno, per prendere una boccata d’aria, a causa delle sue condizioni di salute precarie. È la situazione carceraria di Alfredo Cospito, l’anarchico trasferito lunedì scorso nel padiglione Servizio Assistenza Integrata del penitenziario milanese dove è sotto stretto monitoraggio medico in quanto sta portando avanti lo sciopero della fame da 109 giorni. Personale sanitario e magistrati stanno monitorando l’evoluzione della situazione e se il suo stato di salute dovesse precipitare verrà trasferito nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo. Da quando, qualche giorno fa, il 55enne ha deciso di rifiutare anche gli integratori è aumentato il rischio di crisi cardiache. Per questo è sempre più concreto il ricovero ospedaliero, anche se non si sa quando avverrà.