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M5S: D’Alfonso preferisce Renzi agli abruzzesi, all’Abruzzo un calcio verso il petrolio

Redazione Centrale di Redazione Centrale
18 Gennaio 2016
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L’Aqiula. Il Presidente di Regione Abruzzo rinuncia al referendum contro le trivelle. Nella scelta tra il suo territorio e il benvolere di Renzi, proprio non ce la fa a scegliere l’Abruzzo e, ancora una volta, dice sì a Renzi, prendendo in giro tutti gli abruzzesi. E lo fa attraverso un atto di Giunta, alla “chetichella”, come un bimbo che non vuole farsi scoprire dalla mamma mentre ruba la marmellata dalla credenza. Luciano D’Alfonso – Foto SARA MARCOZZIdopo averci raccontato di essere stato l’ispiratore del Referendum di iniziativa regionale nel famigerato “incontro di Termoli” – ha battuto la ritirata, scavalcando e ignorando il Consiglio Regionale. Nessuna considerazione per le decisioni prese all’unanimità dal Consiglio al completo, D’Alfonso prende in giro i consiglieri di maggioranza e di centro destra che ci avevano messo la faccia per promuovere il referendum. Non prende in giro il M5S che era, con grande rammarico, certo che salvare il “mare blu” non fosse realmente intenzione di D’Alfonso. Forse meglio salvare quel rapporto (quasi inesistente) con Renzi. Il PD è la maggioranza che lo sostiene ancora una volta dimostrano ai propri elettori di contare come il due di coppe quando la briscola è denari. Il presidente non ce la fa a scegliere la tutela del territorio e della volontà dei cittadini e, con un ennesimo atto contro la democrazia, agevola il caro Renzi, al quale questo referendum proprio non è andava giù. “Il M5S ha sempre sottolineato l’ipocrisia delle azioni del PD a non-tutela del territorio, la sindrome bipolare che portava i parlamentari PD prima a votare in favore del decreto Sblocca Italia e poi firmare per i referendum NoTriv, le leggi incostituzionali del PD in Regione, le criticità e i limiti del referendum di iniziativa regionale. Eppure il M5S ha votato ogni proposta  perché il territorio andava tutelato con ogni arma a disposizione” commenta Sara Marcozzi, M5S in Regione. “Al contrario, le iniziative concrete ed efficaci del M5S, come la proposta di un impegno economico da parte della Regione per una campagna informativa referendaria, non sono state votate dalla maggioranza di D’Alfonso. Ora capiamo perché! Inoltre, la prevaricazione del tutto illegittima delle deliberazioni consiliari è assai preoccupante. Questo governo viola quotidianamente i più elementari e condivisi principi democratici, oltre al Regolamento regionale e alla Costituzione Italiana. Del resto non è la prima volta che il Consiglio decide una cosa e, subito dopo, in una riunione di maggioranza nella notte, i coerenti consiglieri cambiano idea: ricordiamo cosa avvenne per i punti nascita! – rincara Marcozzi –  Se proprio l’Abruzzo doveva battere la ritirata” aggiunge “avrebbe dovuto deciderlo il Consiglio, non una riunione di maggioranza. Questa quotidiana prevaricazione dei diritti e delle prerogative dell’opposizione svilisce la democrazia e gli atti del consiglio e svela, ancora una volta, tutta la debolezza di questo Governo Regionale che agisce di nascosto”. Suonano sempre più come una canzone stonata quei richiami al “rispetto delle istituzioni e dell’assise regionale” che il presidente del Consiglio pronuncia pretestuosamente solo quando conviene alla maggioranza. “Ci domandiamo anche che fine abbia fatto il delegato Lucrezio Paolini (IDV). Non commenta? E i delegati supplenti della “opposizione”, si fa per dire, Mauro Febbo (FI) e Lorenzo Sospiri (FI) che li abbiamo nominato a fare? Siamo basiti!” conclude Marcozzi.

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