Ortona. Una tragedia che fa riflettere su quanto a volte sia pesante e insostenibile il peso dell’accudire un disabile grave. Anche quando a prendersi cura di un malato sia suo fratello, anch’egli provato da delle patologie.
Una tragedia, consumata ieri sera in Abruzzo, raccontata da un biglietto, in cui, Roberto Tatasciore, 70 anni, pare abbia spiegato il motivo del suo disperato gesto.
Tarasciore ha ucciso, legandogli un filo intorno al collo, il fratello Antonio, 75 anni, il maggiore di tre fratelli. Poi si è tolto la vita. A trovare i corpi un altro fratello, che era andato a casa a trovarli. L’omicidio suicido si è consumato a Ortona, in via Tripoli.
Ora l’appartamento è stato messo sotto sequestro. È stata aperta un’inchiesta per capire se eventualmente ci siano o meno delle responsabilità da parte delle istituzioni.
Le condoglianze della consigliera regionale Sara Marcozzi
“Esprimo le mie più sentite condoglianze ai familiari di Roberto e Antonio Tatasciore. Tragedie come quella avvenuta a Ortona impongono di colmare, una volta per tutte, le enormi lacune normative e assistenziali che nel nostro Paese persistono in tema di disabilità. Oltre alla sofferenza causata dalle patologie, i disabili e loro familiari patiscono solitudine, difficoltà economiche e una grave e sconfortante sensazione di abbandono da parte delle istituzioni. È urgente una rivalutazione collettiva del concetto di comunità, come entità che fa quadrato e si prende cura dei più deboli, ed è non più rinviabile una riforma delle politiche di assistenza che non lasci più nessuno ai margini della società”.
Così Sara Marcozzi, consigliere regionale e Presidente Commissione Emergenza Idrica.