L’Aquila. “In controtendenza, sono purtroppo in aumento i reati connotati da violenza commessi da minorenni, come segnalano gli Uffici Minorili: parliamo dei molti procedimenti per lesioni personali tra coetanei (ben 153), dei procedimenti per rissa (18), alcuni particolarmente gravi e tali da richiamare grande attenzione mediatica, come quelli relativi ai fatti che nel capoluogo hanno visto contrapporsi gruppi di minori stranieri, ospiti di comunità del territorio, che hanno destato molto allarme tra la popolazione”. Così il presidente della Corte di Appello dell’Aquila, Fabrizia Francabandera, presentando la relazione sull’attività nel distretto dell’Aquila all’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Il magistrato ha posto l’attenzione sui reati commessi da minori, un fenomeno in forte crescita che sta interessando anche il territorio regionale. “Gli Uffici”, ha scritto nella relazione, “segnalano come problematico anche l’arrivo in Abruzzo di molti ragazzi ucraini costretti dalla guerra a lasciare le loro case e, spesso, le famiglie. Le strategie di immediato intervento attivate dal Tribunale e dalla Procura minorile hanno avuto successo, avendo gestito nel giro di pochi mesi (da fine febbraio a settembre 2022) oltre 250 procedimenti relativi a situazioni molto eterogenee: presenza o meno di familiari sul territorio, gruppi facenti parte di squadre sportive o scuole, necessità di trovare adeguate sistemazioni e di nominare tutori. Tema quest’ultimo che riguarda tutti i minori stranieri non accompagnati (Msna), aumentati nel distretto (ben 367, senza contare i ragazzi ucraini) a seguito dell’apertura di nuove strutture. Resta la grande difficoltà di individuare persone disponibili ad assumere l’incarico di tutore, da anni segnalata, cui si cerca di far fronte con il generoso coinvolgimento dell’Avvocatura – si legge ancora nella relazione.
Inoltre, “L’eco dato dalla stampa all’evasione natalizia di sette ragazzi dall’istituto minorile Beccaria di Milano, tutti fortunatamente rientrati nel giro di pochi giorni, ha reso note le condizioni non ottimali di tali strutture detentive, che dovrebbero essere invece un modello di accoglienza e di rieducazione, tanto più efficace quanto maggiore è la prossimità all’area di provenienza dei ragazzi. Si è così riaccesa l’attenzione su un’anomalia tutta aquilana: la presenza, nei pressi degli Uffici minorili, di un Ipm, struttura detentiva per minori modernamente progettata e realizzata con cospicue risorse pubbliche, che da anni è in completo abbandono”. È la denuncia contenuta nella relazione presentata dal presidente della Corte di Appello dell’Aquila, Fabrizia Francabandera, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Questa anomalia – si legge nel documento sull’attività nel distretto abruzzese – obbliga i minori abruzzesi destinatari di misure cautelari a “emigrare” in altri distretti (nei casi più recenti Bari e Catanzaro), con dannosa interruzione dei rapporti con i familiari e con i servizi sociali di riferimento. “Si tratterebbe, peraltro, a quanto pare, dell’unica struttura del centro Italia”, continua Francabandera, “che ben potrebbe servire anche le limitrofe regioni di Marche e Molise, oltre che alleggerire la pressione sulla Capitale. La riapertura di tale struttura potrebbe, invece, costituire il primo passo di un rinnovato interesse del Ministero per la realizzazione della cittadella giudiziaria minorile, di cui tanto si è parlato prima del terremoto del 2009, troppo frettolosamente abbandonata senza alcuna progettualità alternativa; tanto che il ministero ha addirittura dismesso in favore dell’Università alcune palazzine che oggi potrebbero ben sopperire alle esigenze degli Uffici minorili, sistemati in spazi del tutto inadeguati” conclude il presidente della Corte di appello.