Pescara. “Manca il nesso causale, e l’imprevedibilità è elemento preponderante su quanto accaduto”. Anche la difesa dell’ex sindaco di Farindola Antonio De Vico, rappresentata dai legali Giulia De Lerma e Raffaella De Vico, punta tutto sul tema dell’eccezionalità, riguardo alla tragedia di Rigopiano, nell’udienza di oggi al Tribunale di Pescara.
Nello specifico, le condotte del loro assistito non potevano tener conto di quello che sarebbe accaduto, e inoltre mancano riscontri probatori sulla contestata cooperazione colposa di De Vico, sindaco dal 2009 al 2014. Altra contestazione è quella legata all’adozione del Piano regolatore generale e l’aggiornamento del Piano di emergenza comunale, strumenti, di fatto, ridimensionati dalla stessa superperizia del Tribunale.
Per quanto riguarda la delibera della giunta regionale (Dgr 19/2015), il Piano di emergenza comunale avrebbe dovuto prevedere chiusura dell’Hotel nel periodo invernale o sospensione attività in caso di previsioni meteo avverse. Ma la difesa di De Vico ricorda che nel 2015 già non era più sindaco. In ogni caso, in assenza di una Carta localizzazione pericolo valanghe, il Comune, nel già citato da altre difese principio di sussidiarietà, non aveva strumenti per prevedere una valanga, strumenti che, in una logica piramidale, dovevano essere forniti dalla regione.