Sulmona. “Il presidente della Regione Marco Marsilio ha dichiarato di aver provato “grande dolore per la notizia dell’investimento mortale di Juan Carrito. La sua perdita rattrista non solo l’Abruzzo ma il mondo intero”. Sono nulla più che parole di circostanza perché a Marsilio della tutela dell’Orso bruno marsicano non importa nulla. Lo testimonia il suo operato che contraddice apertamente le sue dichiarazioni”. Scrivono in una nota i Comitati cittadini per l’ambiente
“Si tratta, infatti, dello stesso Marsilio che ha aperto le porte alla centrale e al metanodotto della Snam, nonostante che una relazione tecnica prodotta dai due Parchi nazionali della Maiella e dell’Abruzzo, Lazio e Molise, unitamente alla Riserva regionale di Monte Genzana, avesse ben evidenziato che l’area di Case Pente di Sulmona, dove dovrebbe sorgere la centrale di compressione, è un importante corridoio faunistico nonché un sito di alimentazione per l’Orso.
La centrale, oltre a sottrarre 12 ettari di terreno agricolo, rappresenta un evidente fattore di disturbo luminoso ed acustico per una specie, quale l’Orso, che è ad altissimo rischio di estinzione e per questa ragione protetta in Europa dalla Convenzione di Berna e dalla Direttiva Habitat. Nel corso del procedimento AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale riguardante l’esercizio della centrale) la relazione dei Parchi è stata presentata ed illustrata, ma la Regione l’ha completamente ignorata esprimendo comunque il suo parere favorevole. Allo stesso modo Marsilio ha dato il via libera al metanodotto Sulmona – Foligno, che dovrebbe partire dalla centrale, dichiarando addirittura che la Regione non ha competenze in merito, mentre è vero il contrario perché l’energia, a norma dell’art. 117 della Costituzione, è una materia concorrente tra Stato e Regione.
Marsilio, insomma, si dimostra un vero e proprio campione di ipocrisia. Dopo aver tradito l’Abruzzo senza muovere un solo dito contro un’opera totalmente inutile che devasterà l’Appennino Centrale e interferirà anche sui corridoi faunistici dell’Orso bruno marsicano, ora piange lacrime di coccodrillo per la perdita di Juan Carrito.
Il professor Stefano Civitarese, dell’Università di Chieti – Pescara, ricorda che la popolazione dell’Orso marsicano è ridotta a poco più di 50 esemplari e che essa può crescere solo se il suo areale ha la possibilità di espandersi. “Nell’Appennino Centrale, in un areale che ricalca in buona parte quello della Linea Adriatica, – precisa Civitarese – esistono le condizioni ecologiche per ospitare da 157 a 208 orsi, a condizione che vi siano sufficienti corridoi che gli orsi possano usare per spostarsi. Uno dei corridoi ecologici che gli orsi usano nei loro movimenti verso il massiccio della Maiella passa nell’area di Case Pente, quella della centrale Snam”. Occorre decidersi, conclude Civitarese, “se il nostro sviluppo si basi sulla tutela di un animale “bandiera” come l’Orso o sulla realizzazione di una ennesima infrastruttura doppiamente impattante : una volta perché favorisce l’impiego di energia clima – alterante in contrasto con l’obiettivo della decarbonizzazione; una seconda volta perché deturpa territori naturalisticamente pregiati che, al punto in cui siamo, dovremmo custodire come oro” .
Marsilio capirà mai qual è la differenza tra i due tipi di sviluppo per la nostra Regione?”