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La provincia di Chieti “immune” alla Mafia: presenza nel territorio a rischio basso

Alessandra Ciciotti di Alessandra Ciciotti
21 Gennaio 2023
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Chieti. La Mafia Spa fattura 40 miliardi all’anno, pari a oltre il 2% del nostro Pil. Si tratta di un giro d’affari inferiore solo al fatturato di Gse (Gestore dei servizi energetici), di Eni e di Enel, ma si tratta di dati sottostimati. E’ quanto emerge da uno studio della Cgia, che definisce “imbarazzante” come dal 2014 l’Ue, con apposito provvedimento legislativo, consenta a tutti i Paesi membri di conteggiare nel Pil alcune attività economiche illegali: come la prostituzione, il traffico di droga e il contrabbando di sigarette.

“Grazie” a questa opportunità, nel 2020 (ultimo dato disponibile) abbiamo “gonfiato” la ricchezza nazionale di 17,4 mld (quasi un punto di Pil). Una decisione eticamente inaccettabile. Come dimostrano vari studi, a livello territoriale la presenza più diffusa delle organizzazioni economiche criminali è nel Mezzogiorno, anche se ormai molte evidenze segnalano la presenza di queste realtà illegali nelle aree economicamente più avanzate del Centro-Nord. Secondo la Banca d’Italia buona parte del Sud, Roma, Ravenna, Latina, Genova e Imperia sono le aree più a rischio. Meno colpite, ma comunque con forti criticità si segnalano anche le provincie di Torino, Lodi, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Varese, Milano, Brescia, Savona, La Spezia, Bologna, Prato, Ferrara, Rimini, Pistoia, Firenze, Livorno, Arezzo, Viterbo, Ancona e Macerata.

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Meno investite le province del Triveneto (con leggeri segnali in controtendenza a Venezia, Padova, Trento e, in
particolar modo, Trieste). Anche la Valle d’Aosta e l’Umbria presentano un livello di rischio molto basso. Nel
Mezzogiorno gli unici territori completamente “immuni” dalla presenza del fenomeno mafioso sarebbero le
province di Matera, Chieti, Campobasso e le realtà sarde diOristano, Olbia-Tempio e Sassari. Oltre ai 17,4 mld
“prodotti” dalle attività illegali (attraverso traffico di droga, contrabbando di sigarette e prostituzione), il Pil
nazionale “assorbe” altri 157 mld: di cui 79,7 sono “nascosti” dalla sottodichiarazione, 62,4 mld dal lavoro
irregolare e 15,2 mld dalla voce Altro (ovvero, mance, affitti in nero, etc.). I 174,4 mld complessivi (17,4 più
157), compongono la cosiddetta economia non osservata che è interamente conteggiata nel Pil nazionale.
Ancorché non sia possibile quantificarne la dimensione, è evidente che anche una parte importante di questo
stock (157 mmld) sia riconducibile alle organizzazioni criminali di stampo mafioso, a dimostrazione che i 40
mld di volume d’affari addebitati a Mafia Spa sono, purtroppo, sottostimati.

 

Tags: chietimafia
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