Pescara. La giunta nazionale della Federazione dei gestori degli impianti di carburanti Faib Confesercenti esprime “delusione per l’esito dell’incontro di venerdì scorso, che pure si era svolto in un clima positivo” e “di conseguenza, conferma il giudizio di forte contrarietà sul decreto Trasparenza. Pesa la formulazione della norma che conferma l’obbligo di un nuovo cartello e l’inasprimento inaccettabile delle sanzioni”.
Pertanto, lo sciopero contro “questo provvedimento inutile e dannoso resta congelato, in attesa dell’incontro di martedì già fissato al ministero delle Imprese e del made in Italy”. Nell’incontro di domani, “valuteremo se il Governo ha intenzione di accogliere le richieste della categoria o meno. E prenderemo le decisioni conseguenti che saranno illustrate nel dettaglio nella conferenza stampa unitaria, indetta per giovedì 19 gennaio”, fa sapere la Faib.
“Ben venga maggiore trasparenza – dice la Federazione della Confesercenti – ma si eliminino adempimenti che risulterebbero inutili e si riveda il sistema sanzionatorio, senza duplicazioni e senza accanimenti. Si perseguano con razionalità gli strumenti utili per dare informazioni corrette ai consumatori, ma si eviti la giungla cartellonistica che creerebbe solo confusione. Se si vuole un nuovo cartello significa che quelli che ci sono non sono utili. E allora – spiga la Faib in una nota – li si eliminino e si razionalizzi la giungla cartellonistica.
I prezzi dei carburanti sono già oggi i più pubblicizzati rispetto a ogni altro prodotto di largo e generale consumo e occorre attenzione nel costruire nuove informazioni, tenendo conto delle specificità che ci sono tra rete ordinaria e rete autostradale”. Nell’incontro di domani, “valuteremo se il Governo ha intenzione di accogliere le richieste della categoria o meno. E prenderemo le decisioni conseguenti che saranno illustrate nel dettaglio nella conferenza stampa unitaria, indetta per giovedì 19 gennaio”. Al centro della piattaforma sindacale, prosegue la Faib, “rimane la lotta alla diffusa illegalità fiscale e contrattuale, che si stima sia superiore ai 13 miliardi l’anno. Non è ammissibile che oltre la metà della rete carburanti sia condotta in modo illegale, con ampio ricorso a fenomeni di caporalato petrolifero e che oltre il 30% dell’erogato sia in evasione iva quando non anche di accise”.
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