Goriano Sicoli. “La storia è questa. L’ho saputo da qualche giorno dal caro amico Augusto Paolucci, appassionato di antichità e discutendo con lui appena fuori la Porta di Murro a Goriano”, scrive Giovanni Di Simone. Questo “strano nome dovrebbe risalire dagli Accrocciamurro, Signori di Goriano, dei quali ne fu ultimo erede Ruggero, figlio di Jacovella da Celano, ucciso nel 1496 a Pratola da Alfonso Piccolomini”.
“La pietra – che ora mostra il muro – era stata trovata nel cortile esterno al palazzo durante i lavori del sisma e usata come mattone di pavimentazione a faccia in giù. I lavoratori, scoprendo in cantiere una bella pietra lavorata senza altro significato, l’hanno posizionata in mostra come decorazione, ricostruendo il muro”.
Sempre secondo Di Simone: “Tale pietra ignota con lo scudo a rombi, rappresenta invece lo stemma degli Accrocciamurro, come Porta di Murro. A richiamare il simbolo è la gualdrappa sempre a rombi del leone, quasi un Lionello che sormonta l’ingresso. Evidentemente”, prosegue, “questi stemmi occorrevano a delimitare i possedimenti, tantochè dopo l’uccisione di Ruggero, che ancora reclamava la Contea di Celano a Goriano Sicoli, anche la pietra ebbe seguito in un riciclo pratico, sino però a questa resurrezione. Arrivarono poi le insegne dei Piccolomini, presenti tutt’ora nello stendardo comunale”.