Pescara. “Il WWF Chieti-Pescara esprime piena solidarietà ai cittadini che questa mattina scendono in piazza a Pescara, per un sit-in in via della Fornace Bizzarri in difesa della qualità della vita nel quartiere minacciata dal progetto comunale per la realizzazione di un asilo a scapito della piccola area verde a servizio di quel territorio, costata a suo tempo 200 milioni di lire nell’ambito di un piano urbanistico in cui era stato proprio il Comune a prevedere come onere per i costruttori del complesso edilizio la realizzazione di un parco. Sarebbe ben più logico, nell’ottica del “buon padre di famiglia” che dovrebbe guidare ogni amministratore, cercare spazi da riqualificare piuttosto che danneggiare aree nelle quali ci sono già stati interventi positivi con impegno di denaro”, così, in una nota, il WWF Chieti-Pescara.
«L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima che i fattori di stress ambientali siano responsabili del 15-20% delle morti in Europa. Abitare vicino a uno spazio verde – osserva Nicoletta Di Francesco, presidente del WWF Chieti-Pescara – riduce la percezione dello stress e invoglia a una maggiore attività fisica, contribuendo così a diminuire le possibilità di malattie cardiovascolari, patologie articolari, ansia, depressione, infezioni respiratorie e obesità. Avendo a disposizione uno spazio verde, insomma, si vive meglio».
Ed è proprio questo il concetto che ribadiscono oggi i cittadini chiedendo ancora una volta una diversa collocazione per l’asilo, tale da non ridurre il verde urbano: «I benefici psico-fisici del rapporto quotidiano con la natura in città – osserva ancora la presidente Di Francesco – sono enormi per tutti e in particolare per i bambini. La biodiversità urbana, intesa come la rete di ambiti non edificati, quali parchi, giardini pubblici e privati, aree a uso agricolo, ma anche elementi più frammentati e puntuali, come viale alberati, aiuole, orti, terrazze e balconi, costituisce infatti un “filtro” alle pressioni antropiche e possiede un inestimabile valore nel garantire e accrescere il benessere della città, rendendole più abitabili. L’auspicio è che anche l’amministrazione municipale ne prenda atto e annulli quello che il parroco don Enrico D’Antonio ha ben definito, in una lettera al sindaco, un “inutile braccio di ferro” trovando una soluzione, possibile, per realizzare l’asilo senza cancellare un preziosissimo spazio verde».