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Inchiesta appalti Capistrello: rinvio a giudizio per sindaco e altri 5 indagati, arriva anche una condanna

Magda Tirabassi di Magda Tirabassi
10 Gennaio 2023
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Capistrello. Inchiesta sugli appalti del Comune di Capistrello, arrivano i rinvii a giudizio e una condanna a otto mesi di reclusione con rito abbreviato.

È stato rinviato a giudizio il sindaco Francesco Ciciotti, l’ex consigliere comunale, Corrado Di Giacomo, l’architetto 45enne di Capistrello Francesca Stati, l’imprenditore 56enne di Capistrello Concezio Fantozzi, il geometra sempre di Capistrello Mattia Coviello e la giornalista 36enne Annalisa De Meis. Il pubblico ministero ha chiesto e ottenuto il rinvio giudizio dal gup Daria Lombardi e l’udienza è stata fissata l’8 marzo.

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Fantozzi aveva chiesto il rito abbreviato ed è stato condannato a otto mesi di reclusione. Il pubblico ministero Ugo Timpano aveva chiesto un anno di reclusione.

Nel processo, tre persone si sono costituite parte civile: Romeo Di Felice, responsabile dell’ufficio tecnico che era stato precedentemente arrestato, Dario Bucci, uno degli accusatori e Marco Lusi, che avrebbe subito una presunta concussione e dei danneggiamenti all’auto da parte del fratello di uno degli indagati.

L’inchiesta riguarda presunte “gravi irregolarità” nell’affidamento di incarichi e servizi pubblici, in quanto, secondo l’accusa, “venivano sistematicamente violate le norme di trasparenza e imparzialità per soddisfare interessi privati, con il risultato di realizzare un vero e proprio mercimonio della funzione pubblica”. La misura cautelare era stata emessa dal gip del tribunale di Avezzano, Maria Proia e eseguita nel mese di novembre 2018, portando all’arresto del sindaco Ciciotti, di Di Giacomo e del responsabile dell’area tecnica Romeo Di Felice, ora costituitosi parte civile.

Le misure cautelari erano state eseguite dai carabinieri della compagnia di Tagliacozzo, all’epoca agli ordini del maggiore Edoardo Commandè.

Erano finite sotto accusa dieci persone, a vario titolo per reati come concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, truffa aggravata e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Erano 17 gli indagati inizialmente. Per altri capi di imputazione è stata successivamente chiesta l’archiviazione. A ottobre del 2019 il gip Anna Maria Castelli aveva ordinato “l’archiviazione della notizia di reato e la restituzione degli atti al pm” per una serie di reati contestati, a vario titolo, a 12 indagati.

La richiesta di archiviazione era arrivata dall’ex pubblico ministero Andrea Padalino, subentrato al pm Roberto Savelli. Molte delle posizioni iniziali erano state quindi stralciate così come alcuni capi d’accusa.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Antonio Milo, Roberto Verdecchia, Franco Colucci, Andrea Tinarelli, Luigi De Meis, Nicola Grasso, Virginia Buonavolontà e Moreno Di Cintio. Per la parte civile l’avvocato Davide Baldassarre. Per Marco Lusi l’avvocato Alessandro Felli.

Tags: cronaca giudiziariainchiesta appalti capistrello
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