Chieti. La provincia di Chieti, il 27 dicembre 2022, con apposita delibera del consiglio provinciale presieduto da Francesco Menna, rinnova il suo interesse per le case di terra cruda e autorizza la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con l’associazione internazionale città della Terra cruda. Ritenuto strategico per l’avvio delle attività di collaborazione e di aggiornamento del censimento delle case di terra, il protocollo dà attuazione a progetti e programmi di ricerca, sviluppo e innovazione.
L’Intesa impegnerà concretamente l’ente, in fase di programmazione e di bilancio, nel “dare piena attuazione operativa a tutte le necessarie risorse, sia in termini economici che di personale, per il perseguimento dell’obiettivo”: il trasferimento delle antiche conoscenze costruttive, che possono diventare modelli sperimentali per la promozione di una nuova architettura sostenibile, e la divulgazione di esse tramite un sistema informativo geografico da inserire sul web (webgis). Per dare attuazione alla presente pntesa, la Provincia intende anche individuare un referente politico con delega alle case di terra e tecnico coordinatore.
La stessa provincia, nel 2021, ha approvato un documento programmatico di indirizzo che definisce le linee strategiche di sviluppo territoriale e che costituiranno la base del nuovo Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp), con la valorizzazione del paesaggio agricolo, la salvaguardia e la tutela della sua unicità storica, architettonica ed etnografica.
La provincia di Chieti, già con il primo “Censimento delle case in terra cruda” del 1997, aveva riconosciuto il “valore identitario rappresentato dal tematismo dell’architettura tradizionale delle case di terra” che, nel caratterizzare il paesaggio rurale, costituisce una peculiarità nell’intero ambito provinciale, sia per l’elevato numero di edifici individuati e coinvolti, circa 322, sia per le loro comuni caratteristiche costruttive e tipologiche. Questa prima ricognizione confluì nel redigendo Piano territoriale di coordinamento provinciale e fu affiancata da una serie di attività finalizzate alla tutela e valorizzazione del patrimonio rurale che vide il coinvolgimento, nel 1999, anche della regione Abruzzo – Assessorato urbanistica e beni ambientali, con un proprio censimento delle case in terra cruda sull’intero territorio regionale. Lo stesso Piano Paesaggistico regionale venne sottoposto a revisione inserendo il tematismo delle case di terra.
L’architettura in terra cruda costituisce, infatti, per la Regione Abruzzo un importante patrimonio dell’architettura tradizionale, che interessa 42 Comuni e circa 800 edifici. Perciò essa ha definito le linee operative e di intervento per la conservazione, valorizzazione e riuso dei manufatti in terra cruda, sia con funzioni abitative che produttive. A questo fine, per sviluppare progetti pilota sul tema della ricostruzione e recupero delle case in terra cruda, è stato individuato di fatto quale riferimento territoriale il CeD Terra (Centro di documentazione permanente sulle case di terra cruda) del Comune di Casalincontrada, iscritto all’associazione internazionale Città della Terra cruda, riconosciuto nel 1992 dalla stessa regione come Museo di IV categoria e successivamente, nel 2005, riconosciuto anche Centro di educazione ambientale (Cea). Inoltre, nel 2016, pubblicato sul Bura nel 2017, la stessa regione aveva firmato un protocollo d’intesa con l’associazione internazionale della Terra cruda per l’avvio di una collaborazione sui temi dell’architettura in terra cruda e dell’uso dei materiali naturali, non seguita però dall’individuazione delle risorse.
Il coordinatore del CeD Terra, l’architetto Gianfranco Conti, ritiene che il protocollo di intesa tra la provincia di Chieti e l’associazione internazionale Città della Terra Cruda possa rilanciare il censimento di 25 anni fa e incidere in modo determinante sulle valutazioni dei cambiamenti intercorsi.