La fontana musicale: ‘buco nell’acqua’ o ‘schizzo’ d’artista bello alla vista? Il dibattito, spumeggiante, zampilla in mille rivoli davanti alla spiaggia e saggia i costumi cittadini. Mentre il Comune, di getto, porta acqua al proprio mulino, il pianoforte della piazza, fonte di diverse correnti di pensiero, diventa uno spartiacque: applausi scroscianti di qua, docce fredde di là. Sull’onda del dibattito, comunque un po’ annacquato, taluno si chiede: sta in piedi una musica suonata così, su due piedi, da passanti e astanti riluttanti? Non si rivela alquanto scarso il suono col metatarso?
Però va detto: rispetto al passato è tutta un’altra musica perché i cittadini ora fanno concerto a sé, se la cantano e se la suonano, passeggiando sulla tastiera non distante dalla riviera. Col vantaggio che ciascun pedone, nella pedonalizzazione musicale, può dimostrare di non essere figlio di un DO minore. Insomma, non si è più prigionieri del passato e una sana evasione sociale richiede una sonata a piede libero.
All’inaugurazione dei giochi d’acqua chi amministra, grondante d’orgoglio, si è dato le giuste ‘arie’ ma con l’equilibrio di un andante moderato, senza troppe stonature.
Ora però, toccando i tasti giusti, chi gestisce la cosa pubblica annuncia note liete, convinto che il pianoforte sia lo strumento per trovare i giusti ‘accordi’ nell’ambito di un programma sul ‘pentagramma’. Si preannuncia una legislatura fuori dal Comune con meno partito e con più ‘spartito’, composta di tonalità dure però addolcite dal si bemolle.