Montereale. “L’ultimo mese dell’anno comporta una delle feste più sentite ed importanti per il mondo intero: il Natale. Esso rappresenta un’occasione unica per condividere e dimostrare affetto e amore alle persone care e a quante versano in condizioni di difficoltà, riconducibili a problemi di ordine socio – economico o, cosa ancor più grave, a motivi di salute. Per la chiesa cattolica il Natale, ossia la nascita di Gesù, cade il 25 dicembre sebbene in continuazione tanti studiosi provino ad interrogarsi su tale celebrazione. Questi ultimi, per ripercorrere gli eventi di cui sono a conoscenza e approfondire l’argomento in questione, fanno riferimento a diverse ipotesi”.
Questa la riflessione di Nando Giammarini per il quale “alcuni sostengono che la data sia stata fissata, probabilmente, il 25 dicembre poiché nel corso di questa giornata si festeggiava una ricorrenza pagana: il solstizio d’inverno denominato: Natalis Solis Invicti, la nascita del nuovo sole. Per ripercorrere con maggiore precisione i fatti che hanno contribuito alla scelta della data in cui festeggiare il Natale, dobbiamo ricorrere a un testo molto antico, il Cronografo dell’anno 354. Ma cerchiamo di comprendere e spiegare, a chiare note, il senso vero del Natale, non più riconducibile ad alberi addobbati in modo scintillante, presepi luccicanti, tavole imbandite a più non posso e luminarie accese dappertutto. Insomma a quello sfrenato consumismo che non porta da nessuna parte. Tutto ciò mentre milioni di donne ed uomini, adulti e bambini muoiono di fame e di freddo nel globo terrestre.
Occorre impellentemente riscoprire le origini, riflettendo sul reale e profondo significato del Natale, che ci aiuterà a vivere questa festività in modo più intimo, intenso e profondo. Con il pensiero rivolto a coloro che non hanno nulla e trascorrono le loro disperate esistenze sulla strada, adagiati in giacigli di fortuna negli androni delle stazioni o semplicemente sotto qualche portone. Da persone degne di essere definite tali, ci dobbiamo far carico di questo esercito di disperati che potrebbero essere nostri fratelli se non, nel caso di persone più avanti nell’età, nostri genitori. Per sostenerli basta poco: un minimo slancio di generosità in più e una parola buona, che detta in un momento particolare, può far tornare a splendere il sorriso sui volti di gente che consuma e finisce la propria complicata esistenza, sull’asfalto delle metropoli. Tante associazioni, laiche e cattoliche s’impegnano quotidianamente in loro difesa, cercando di fare di tutto per rendergli la vita meno difficile.
Ciò ovviamente non basta, ci vuole un intervento risoluto dello Stato che ponga fine una volta per tutte a questa ingiusta situazione. Sarebbe stato bello festeggiare il prossimo Natale e congedare l’anno che sta per finire con una rinnovata normalità, dopo due anni di terribile pandemia che ha dato un segno di svolta negativo nelle nostre vite sebbene ci sono segnali di una tregua apparente. Purtroppo non è così. Riguardo l’altro problema, bestialità della mente umana e assurda follia, la guerra Russia – Ucraina che riguarda tutto il mondo. Ci troviamo di fronte ad una situazione di totale distruzione che assume quotidianamente dimensioni globali, anche in funzione del fatto che le implicazione di questa guerra riguardano da vicino persino chi la la sente lontana.
Basta pensare alla minaccia nucleare e la crisi energetica che si ripercuotono nel quotidiano di tutti. Il governo del nostro Paese, già con il presidente Draghi, sta fronteggiando il problema con massicci interventi di bilancio. Ma il problema più grave, quello che fa accapponare la pelle anche all’uomo più duro del pianeta Terra è la grande perdita di vite umane compresi anziani, donne e bambini. Loro non hanno alcuna colpa, se non quella di essere nati in un territorio governato da un folle senza umanità e senza cuore. Si parla di 100 mila soldati caduti e 40mila morti tra la popolazione civile. Gente che di guerra non ne voleva neanche sentir parlare, ritrovandosela in casa senza possibilità di evitarla. A questi poveri martoriati del terzo millennio, alle loro famiglie e a quanti patiscono quotidianamente, lo ribadisco senza esitazione alcuna, l’orrore e la bestialità della guerra – rivolgo sovente i miei pensieri in tanti momenti della giornata con il Natale ormai alle porte. Concludo questo articolo con gli auguri di Natale, foriero di pace e serenità, a tutti popoli del mondo con una frase di un benefattore dell’umanita, Gino Strada, fondatore di Emergency recentemente scomparso: Le guerre sono state sempre decise dai ricchi e dai potenti che hanno mandato a morire i figli dei poveri. Auguri di buon Natale e felice anno nuovo al direttore, e alla redazione tutta di questo prezioso giornale online della nostra terra”.
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