Chieti. “Va tutto bene grazie a Dio, grazie a Dio sono vivo, sono contento perché sono vivo: questa situazione mi ha colpito tanto, ma sono un pugile e devo affrontare tutto quello che ci sta davanti. È la prima volta che sono a una conferenza stampa ed è un piacere. Mi aspetto tante cose belle, perché il pugilato lo vivo, ce l’ho nel sangue, mi piace vedere i pugili che combattono, mi piace combattere. Mi piacerebbe tantissimo partecipare a una paraolimpiade, ma mi piacerebbe più combattere in piedi, non seduto”.
Sono le parole di Yelfry Rosado Guzman, da pochi giorni tornato nella sua casa di Chieti dove vive con la
madre. Cuoco 23enne, nonché pugile, è finito su una sedia a rotelle dopo che, ad aprile, un cliente del ristobar
di Pescara dove lavorava gli ha sparato tre colpi di pistola. Oggi a Chieti ha partecipato alla presentazione della
30/a edizione del Fight clubbing international championship, il più grande evento di sport da combattimento
d’Italia, in programma domani al PalaTricalle di Chieti, in collaborazione con Venator FC13.
A proposito della sua grande passione per il pugilato, Yelfry, che ha già fatto otto mesi di riabilitazione a Sulmona, ha raccontato: “Mi piacerebbe iscrivermi a qualche palestra e poter combattere, anche in sedia, ma mi piacerebbe più in piedi perché sono una persona molto attiva. Sono molto contento, ho visto che anche in sedia si può fare di tutto. Appena finite le feste tornerò a fare riabilitazione, dovrò farla tutta la vita, ormai la mia vita è cambiata”.
E alla domanda su un possibile perdono all’uomo che gli ha sparato, queste sono le sue parole: “Dio lo deve perdonare, io non posso dirgli niente, ci pensa Dio e basta. Lui doveva pensarci prima di farlo, io con il perdono non ci faccio niente, tanto sto in sedia. Non è che se lui mi chiede perdono io mi alzo in piedi, lo perdona Dio e
porterà nel suo cuore quello che ha fatto, stavo lavorando e non facevo nulla di male. Non porto odio, gli
auguro il meglio, ma deve pagare per quello che ha fatto. Gli chiederei solo perché lo ha fatto, perché io a lui
non avevo fatto niente. Stavo solo lavorando come un cristiano che lavora e basta”.
“Per il momento mi posso pure allenare sulla sedia perché il pugilato mi piace tantissimo. Dico a tutti, ragazzi, bambini e grandi, che è bello fare sport, non parlo del pugilato, di qualsiasi sport. È importante farlo perché ti insegna, ti forma come persona, ti dà la disciplina, l’educazione e ti insegna a vivere, fare pugilato non è andare in giro a menare alla gente. Sul ring si fa il pugilato, non fuori”, ha affermato lo chef appassionato di pugilato.
Quanto all’evento di domani a Chieti, “sarò a bordo ring”, ha concluso Yelfry, “ho anche l’ansia di vedere l’incontro proprio perché mi piace il pugilato: lo pratico da otto anni, due volte campione regionale, 2018 e 2019, ho fatto pure il campionato italiano, ho 38 incontri, il pugilato è bellissimo”.