Pescara. Decrescita, impoverimento del sistema sanitario, aumento della povertà e della precarietà, ulteriore crescita dell’economia sommersa: il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, analizza così i potenziali effetti che la legge di Bilancio potrebbe avere sul territorio abruzzese, sottolineando come per la regione le prospettive siano quelle di una “spirale di decrescita forte a partire dal 2023”.
Proprio per questo, nell’ambito della mobilitazione promossa a livello nazionale contro la manovra, il sindacato regionale ha promosso per domani lo sciopero generale. Contestualmente è stata organizzata una manifestazione, che si svolgerà a Pescara, in piazza Alessandrini, a partire dalle 9:30.
All’evento, promosso contro una legge di bilancio che “accresce povertà e disuguaglianze, aumenta la precarietà e premia gli evasori”, saranno presenti delegazioni provenienti dalle quattro province abruzzesi e dal Molise. Le conclusioni saranno affidate a Daniela Barbaresi responsabile Sanità e Welfare della Cgil nazionale.
“Si tratta di una manovra regressiva e non espansiva”, ha affermato Ranieri, “e quindi ci aspettiamo una regressione forte anche per l’Abruzzo. La crisi in atto non farà che acuirsi, a partire dal tema dell’occupazione. Si pensi, ad esempio, che la provincia di Chieti è uno dei territori d’Italia in cui le aziende ricorrono di più alla cassa
integrazione. In un contesto di questo tipo una manovra regressiva sicuramente non aiuta ad invertire la rotta”.
“Andiamo inoltre incontro ad un definanziamento, in termini reali, della sanità. Il Pnrr”, ha sottolineato il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, “prevede la costruzione di nuove strutture, ma in un momento in cui le risorse disponibili non consentono neppure di compensare gli aumenti dell’inflazione, il risultato sarà che costruiremo strutture per le quali non ci sarà personale. Si rischia un vero e proprio massacro della sanità”.
Altro tema è quello relativo al reddito di cittadinanza e alla povertà. “In Abruzzo, nel 2022, da gennaio ad ottobre, nel confronto con l’intero 2021, le domande, in soli dieci mesi, sono aumentate. Il ricorso agli ammortizzatori sociali è esploso e aumentano le domande relative al reddito di cittadinanza: andando a ridurlo, considerando l’inflazione al +17% nel biennio 2022-2023, il risultato sarà quello dell’aumento della povertà, in un momento delicatissimo di grave crisi. C’è poi il tema del tetto al contante e del Pos. L’Abruzzo e il Molise sono tra le regioni in cui circola più contante e in cui si registra più economia sommersa. L’aumento dell’utilizzo dei contanti”, ha concluso Ranieri, “farà quindi aumentare ulteriormente l’economia sommersa”.