L’Aquila. L’abbiamo subito ribattezzata “condono preventivo” la norma che, poco più di due mesi fa, il centrodestra in Consiglio Regionale ha votato sotto forma di emendamento alla legge sull’istituzione del servizio di psicologia di base. Il riferimento ovviamente è alla modifica della L.R. 10/2011, alla quale è stato aggiunto un comma che consentiva il recupero abitativo (condono) dei sottotetti realizzati dopo il 31/12/2021, a distanza di un anno dal conseguimento dell’agibilità del relativo edificio.
In questa maniera sarebbero stati condonati anche gli abusi non ancora compiuti, garantendo quindi ai costruttori la certezza di disporre di ulteriori metri quadri destinabili alla vendita. La Regione Abruzzo si è ispirata ad una Legge della regione Lombardia datata 2017, addirittura superandola, in quanto la norma lombarda – approvata tra l’altro in condizioni completamente diverse dal punto di vista della normativa urbanistica generale – concedeva la possibilità del recupero abitativo dei sottotetti a tre anni dall’ottenimento dell’agibilità, non uno come in Abruzzo.
Fortunatamente, l’operazione è stata talmente eclatante da suscitare l’attenzione del Ministero della Cultura, che, con una disamina di ben otto pagine, ne ha fatto a pezzi la ratio e le motivazioni, costringendo la maggioranza, in primis il Presidente Sospiri, promotore dell’intervento, a portare nella seduta di domani un emendamento soppressivo che cancellerà la norma al fine di scongiurare l’impugnativa da parte del Governo, conservando tuttavia la sanatoria per quanto realizzato fino a dicembre 2021.
Tra l’altro, nelle osservazioni ministeriali si pone l’accento sulla mancanza di adozione congiunta Regione-Ministero del Piano Paesaggistico Regionale, sottolineando come sia contradditorio riportare nelle norme sull’urbanistica il rispetto di un Piano che non esiste. In Abruzzo manca infatti questa fondamentale misura di salvaguardia, richiesta dalla Costituzione e dalla normativa nazionale, assenza che impedisce la verifica puntuale di quelle misure, specie derogatorie, che rischiano di pregiudicare il paesaggio e i beni culturali.
Proprio questo richiamo alla mancanza del Piano Paesaggistico Regionale speriamo serva a riportare la maggioranza a più miti consigli e a stralciare il Progetto di legge 252 per la delocalizzazione delle volumetrie dalle aree agricole, in quanto, in questo caso più che mai, senza i necessari strumenti di tutela è messo a rischio il paesaggio abruzzese.