Sui cellulari in classe i ragazzi chiedono approcci più (micro) soft. Auspicano un po’ di comprensione in particolare, ed è più che comprensibile, in quegli istituti comprensivi che comprendono più classi. Usando la mail esultano esclamando ‘Yahoo!’, studiano Dante al Liceo aprendo Virgilio, con Libero evadono dalla prigionia di casa e con Alice compiono autentiche meraviglie. Non lo fanno affatto a bella posta perché postano senza pensare ai posteri, se non a posteriori e tutt’al più ex post. In aula si impegnano meno per via del cellulare? Accuse che finiscono nella posta indesiderata e che vengono rispedite al mittente: “Grazie alle applicazioni del telefonino non ci siamo mai applicati così tanto insieme agli applicati degli uffici”. Aggiungono pure che ‘Smettere di chattare è come schiattare”. Con windows ci sono a volte dei fuori programma e una certa freddezza in aula perché quando si esce dallo schermo si lasciano troppe finestre aperte e c’è corrente.
Del resto il telefonino è l’altra faccia del web, ha cambiato molto la fisionomia dei giovani che sui social hanno quasi tutti un bel profilo e che, pur essendo a volte al centro di tempeste mediatiche, hanno idee fulminanti. E’ la brezza del web, bellezza.