L’Aquila. Grazie a una goccia di sangue prelevata dal tallone del neonato e depositata su un apposito cartoncino, sarà possibile per tutti i neonati abruzzesi diagnosticare e trattare in modo rapido e precoce, oltre alle prime 40 già previste dalla legge 167/2016, ulteriori malattie rare: metaboliche ereditarie, da accumulo lisosomiale, neuromuscolari, immunodeficienze congenite gravi.
Questo avviene, in Abruzzo, grazie ad un progetto pilota proposto dai laboratori di biochimica analitica diretto da Vincenzo De Laurenzi e dal laboratorio di genetica medica, diretto dal Liborio Stuppia, del centro di studi e tecnologie avanzate dell’Università degli studi “Gabriele D’Annunzio” di Chieti-Pescara, in collaborazione con i centri clinici di pediatria medica dell’ospedale “Santo Spirito” di Pescara, diretto da Maurizio Aricò, e di Clinica pediatrica dell’Università di Chieti, diretto da Francesco Chiarelli.
La regione Abruzzo precorre i tempi della apposita commissione tecnica insediata dal ministero della Salute, che sta studiando l’estensione a livello nazionale di un modello di questo tipo e mette la sanità abruzzese in prima fila per quanto riguarda l’attenzione concreta ai propri neonati