L’Aquila. “Il Consiglio comunale straordinario sulla sanità all’Aquila ha prodotto poco e nulla, come purtroppo era prevedibile specie se ci si sveglia una mattina e si denunciano gravi problematiche che in realtà nessuno ha mai risolto negli ultimi decenni”.
Ad affermarlo in una nota è Marcello Vivarelli, segretario provinciale del sindacato Fesica L’Aquila e Teramo.
“Certo – le parole del sindacalista – fa piacere che ogni tanto qualcuno si ricordi, che so, dei precari della sanità per la cui internalizzazione questa sigla sindacale si batte da tempo, al contrario di altre sigle, comprese le grandi, che se ne ricordano solo in rarissime e particolari occasioni dopo aver taciuto per lungo tempo e dopo aver persino osteggiato proprio la soluzione dell’internalizzazione”.
“Il guaio, però, è che ancora una volta non vengono menzionati tutti i precari da internalizzare, ma solo alcuni, come ha dimostrato chi ha parlato soltanto degli operatori socio-sanitari dell’agenzia per il lavoro Orienta, che vanno stabilizzati, cioè aiutati con una procedura che è totalmente diversa rispetto all’internalizzazione”, continua Vivarelli.
“Ecco perché occorre ricordare per l’ennesima volta – prosegue l’esponente Fesica – che se si vuole cominciare a ridare respiro alla sanità pubblica aquilana in seria difficoltà, è possibile farlo mettendo mano all’internalizzazione di tutti i servizi, compresi quelli di pulizia e mensa che non vengono quasi mai citati, garantendo un risparmio notevole che può essere reinvestito in altre voci. E la Regione Abruzzo sa bene qual è la strada da seguire, visto che è stato questo sindacato a spiegarlo anche pubblicamente a diversi suoi rappresentanti. Invece, qui che c’è chi approfitta delle battaglie messe in piedi da questa segreteria per portare acqua al proprio mulino, cioè lavorando sottotraccia per sistemare soltanto una piccola parte del precariato”.
“Non dimentichiamo, infine – conclude – che durante l’emergenza Covid-19 tutti i precari, al pari degli strutturati Asl e degli operatori socio-sanitari, dunque non solo chi oggi viene giustamente premiato. hanno lavorato in condizioni difficilissime. Ma i precari attendono forse l’unico premio in grado di aiutarlo davvero, cioè l’internalizzazione. Che darebbe loro un salario degno di essere chiamato tale”.
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