Chieti. Cresce l’attività chirurgica alla Cardiochirurgia dell’ospedale di Chieti, dai 350 casi del 2020 si è passati ai 500 degli ultimi due anni, con un recupero in mobilità attiva: è quanto emerso nel corso della visita dell’assessore alla Salute della Regione Abruzzo Nicoletta Verì.
Un’occasione per fare il punto sul nuovo corso impresso dall’arrivo, poco più di un anno fa, del Direttore Umberto Benedetto.
“Più di 100 pazienti hanno evitato viaggi della speranza e si sono affidati alla nostra équipe – ha precisato Benedetto, ordinario di Cardiochirurgia all’Università D’Annunzio – Abbiamo sviluppato moltissimo il programma di Chirurgia mini invasiva, sia negli interventi sulle valvole che nei by pass: evitiamo l’apertura del torace, garantendo un decorso più veloce e un recupero più rapido. Operiamo in contemporanea su due sale chirurgiche, lasciando spazio per eventuali emergenze. Possiamo competere con altri grandi centri perché abbiamo tecnica, esperienza e lavoriamo in sicurezza, dato per nulla secondario. La qualità i nostri pazienti la trovano in casa, le migrazioni possono cessare”.
“I numeri, comunicati da Agenas – ha commentato Verì – certificano il ritrovato appeal della Cardiochirurgia di Chieti che sperimenta l’efficacia dell’integrazione con il territorio, poiché per la prima volta questi specialisti effettuano visite fuori dall’ospedale. E’ la strada giusta che porterà a risultati ancora migliori, anche in termini di riduzione delle liste d’attesa”.
Alla crescita dell’Unità operativa hanno concorso gli investimenti: “Abbiamo acquistato le attrezzature necessarie, sia per la diagnostica sia per le attività chirurgiche, e rafforzato la dotazione di personale, che oggi conta 12 unità – ha detto il Direttore generale Thomas Schael – Abbiamo in cantiere progetti come una terza sala chirurgica ibrida, che consente di svolgere sia l’attività tradizionale sia interventistica a guida radiologica”.
Tra le innovazioni sviluppate in Cardiochirurgia figurano la sostituzione delle valvole con tessuto proveniente dal paziente stesso e la chirurgia complessa dell’aorta, in collaborazione con l’unità di Chirurgia Vascolare.