L’Aquila. “In Italia i poveri sono circa 6 milioni di persone, di cui circa 2 milioni in povertà assoluta. La sanità pubblica dovrebbe assisterli e curarli in caso di problemi di salute ma, a nostro parere, con le risorse stanziate nella manovra del Governo Meloni l’accesso universale alle cure non sarà garantito” così, in una nota, Anna Rita Amato e Antonino Gentile del direttivo nazionale ULS, Unione Lavoratori Sanità.
“Da dati Istat sono circa 7 milioni gli anziani (over 75) residenti in Italia, di questi oltre 255mila sono già ricoverati in strutture. Quindi, numeri alla mano (11,7% della popolazione è anziana quindi bisognosa di cure), l’Italia è un paese non giovane. E nei prossimi anni la situazione, come è logico, peggiorerà. A questi dati obiettivi la risposta di civiltà di uno Stato moderno dovrebbe essere una e una sola. Potenziare il sistema sanitario nazionale per garantire a tutti l’accesso alle cure e non creare insopportabili diseguaglianze tra chi potrà rivolgersi alla sanità privata e chi no, tra chi avrà i soldi e chi no”, aggiungono dal direttivo nazionale ULS.
“È sentimento ormai comune che le risorse stanziate dal nuovo Governo per la sanità siano risibili rispetto agli scenari attuali e futuri. La spesa sanitaria pubblica è inferiore di circa 12,7 miliardi di euro rispetto alla media europea e vi è da colmare un buco da 3,4 miliardi di euro dovuto al Covid, al caro energia e all’ inflazione galoppante. Le Regioni hanno da tempo lanciato un grido di allarme a riguardo, rimasto ovviamente inascoltato dalla politica. Ciò si tramuterà in un taglio lacrime e sangue dei servizi sociosanitari. La bozza della legge di bilancio prevede infatti per il 2023 solamente due miliardi in più da destinare al fabbisogno sanitario standard, ma 1,4 miliardi saranno destinati a far fronte al caro bollette all’inflazione e ai vaccini anti Covid. La restante manciata di euro per servizi e personale (medici e infermieri) non basterà neppure a coprire i prossimi pensionamenti. Senza personale, i 7,1 miliardi in arrivo dal Pnrr (solo per interventi strutturali) lasceranno le famigerate case di comunità vuote, riversando i bisogni di assistenza unicamente su pronto soccorso e ospedali, di per sé già incapaci a reggere l’impatto. Le mancate cure come ovvio si tramuteranno in aggravamenti delle patologie e nei casi più gravi in decessi”, sottolineano i due sindacalisti.
“Vogliamo avvisare il Governo in carica e metterlo in guardia sulle scelte fatte in materia di sanità. Il rischio di trovarsi nel bel mezzo di una tempesta perfetta è decisamente probabile. Per questo chiediamo con forza di rivalutare il testo della manovra aumentando le risorse economiche a favore del sistema salute italiano, facendo retro front e limitando l’uso del contante a 100 euro, favorendo i pagamenti elettronici e di conseguenza lottando seriamente contro l’evasione fiscale, e, in ultimo, abbandonando le condizioni di miglior favore della flat tax per le partite iva paragonate all’iniquo regime fiscale di pensionati e dipendenti. La questione è decisamente politica, le possibilità di raggiungere un maggior gettito fiscale, equo e che non produca diseguaglianze, ci sono e si possono perseguire. Ci auspichiamo che non verrà meno la volontà”, concludono Amato e Gentile.